I musei non mancano… Ma per chi sono? Futuro del passato

Archeologia Viva n. 191 – settembre/ottobre 2018
pp. 74-75

di Marcello Barbanera

La recente apertura della splendida Villa dei Mosaici di Spello è l’occasione per tenere vivo il dibattito sul ruolo dei musei nella società contemporanea

Pubblichiamo l’intervento di Marcello Barbanera per l’inaugurazione, la primavera scorsa, della Villa dei Mosaici di Spello, in Umbria, dove il casuale ritrovamento di una lussuosa residenza di età romana imperiale ha portato alla realizzazione di una innovativa struttura museale. Molto volentieri diamo spazio al testo del professor Barbanera, perfettamente in linea con quei principi di “archeologia pubblica” che la nostra rivista ha perorato fin dalla fondazione.
Piero Pruneti

I musei attraversano una crisi profonda nel nostro Paese: sostanzialmente non si è stati capaci di rinnovarli e di porsi la questione di come adattarli a quella che potremmo chiamare “generazione Google”.

Un tentativo di miglioramento gestionale è stato fatto dalla riforma Franceschini, imperfetta come tutte le riforme, ma che almeno ha avuto il merito di smuovere le acque: andrebbe migliorata; vedremo se il nuovo ministro sarà in grado di farlo oppure procederà a un semplice smantellamento…

La Villa dei Mosaici di Spello appartiene a una categoria particolare di musei. Si tratta della valorizzazione di un sito tornato in luce, come spesso accade, facendo lavori per migliorare la città, per renderla più civile, costruendo un parcheggio per le auto fuori dal centro storico.

Sappiamo che il “rischio” di imbattersi in strati archeologici è un incubo per chiunque in Italia si metta a costruire qualcosa, per il timore che all’improvviso i lavori possano essere bloccati.

Il timore non è certo infondato, reso più grave dal contrasto che quasi sempre si verifica tra gli organi di tutela del territorio, le Soprintendenze, che hanno il compito di proteggere un patrimonio millenario, e le altrettanto legittime esigenze della comunità di vivere in città funzionanti e degli stessi imprenditori di non vedere messa in crisi la loro impresa. […]