L’accampamento sul fiume Dieci anni di scavi a Isernia La Pineta

Archeologia Viva n. 5 – maggio/giugno 1989
pp. 34-45

di Carlo Peretto

Gli uomini paleolitici che 700 mila anni or sono abitarono il luogo dell’attuale Pineta di Isernia hanno lasciato una documentazione eccezionale su una delle fasi più antiche del popolamento del continente

Le ricerche in corso costituiscono un punto cardine per lo studio della preistoria italiana ed europea

Il giacimento della Piena di Isernia viene scoperto occasionalmente nel 1978 da Alberto Solinas in seguito ai lavori di sbancamento per la superstrada Napoli-Vasto.

Data l’importanza del ritrovamento, la Soprintendenza del Molise, nella persona del prof. Bruno d’Agostino e successivamente della dott.ssa Gabriella d’Henry, in stretta collaborazione con Mauro Cremaschi dell’Università di Ferrara, inizia nel ’79 sistematiche campagne di scavo tuttora in corso.

Ciò ha portato alla raccolta di una grandissima quantità di reperti che testimoniano l’intensa attività dell’uomo in una delle fasi più antiche della nostra storia evolutiva.

L’estensione dell’accampamento copre migliaia di metri quadrati,con almeno tre paleosuperfici caratterizzate da strutture abitative. La definizione cronologica è precisa sia sotto il profilo stratigrafico che in relazione a datazioni assolute.

L’abbondanza di reperti ossei appartenenti a molte specie di erbivori di grande taglia, la presenza di microvertebrati, uccelli, anfibi e rettili, e infine la definizione dell’ambiente floristico con analisi polliniche compongono un quadro estremamente dettagliato.

Una grande quantità di manufatti in selce e in calcare documentano una netta nicotomia nella produzione di strumenti litici, e con fondate ipotesi sul probabile uso del fuoco e di sostanze coloranti.

È fuor di dubbio che uno dei fattori principali che affascinano e attirano l’attenzione del grande pubblico è la datazione a oltre 700 mila anni che colloca il sito di Isernia La Pineta nella fase della prima diffusione di gruppi umani in Italia e in Europa.

Il suo significato è ancor maggiore se si considera che le conoscenze del primissimo popolamento umano della nostra penisola, iniziato da almeno un milione di anni, sono estremamente scarse e frammentarie. […]