San Giorgio di Argenta Dentro lo scavo

Archeologia Viva n. 34 – dicembre 1992
pp. 58-61

di Sauro Gelichi

Lo scavo di un’antica pieve nel Ferrarese ci riconduce alla storia emblematica di un edificio di culto fondato dal vescovo di Ravenna nel momento di massima fioritura dell’esarcato bizantino in Italia allo scopo di evangelizzare le campagne
Ora una mostra e un volume illustrano le fasi della ricerca

Fu nel 1770 che un devastante incendio distrusse il tetto della chiesa di San Giorgio, un piccolo edificio di culto ubicato nei pressi dell’abitato di Argenta ai confini del territorio ferrarese. La chiesa – da anni in condizioni disperate e soggetta a continue opere di ristrutturazione – sopravviveva stancamente, separata dall’abitato dal fiume Reno, a una lunga storia che, dalla tarda antichità e per tutto l’Altomedioevo, l’aveva vista protagonista, istituzionale oltre che ecclesiastica, del popolamento di questi territori.

È probabile che questa nuova sciagura, abbattutasi sul nostro edificio, sia all’origine della prima campagna di scavo, consapevolmente condotta nelle finalità e nei metodi, da un erudito locale, il canonico Bertoldi, che già aveva scritto dell’antichità dell’edificio e si apprestava a portare a compimento una monografia storica su Argenta.
Il manoscritto del canonico, fortunosamente conservato, è una sorta di giornale di scavo ante litteram: analiticità e puntualità nella descrizione lo contraddistinguono e ne fanno quasi una sorta di unicum per l’epoca. Ma che cosa il canonico cercava tra i resti di una chiesa che da tempo aveva perso il suo antico splendore? […]