Giza… il Sole e le altre stelle Scienze per l'archeologia

Egitto Piramide di Giza archeoastronomia

Archeologia Viva n. 186 – novembre/dicembre 2017
pp. 66-71

di Giulio Magli

Il cielo e la piana di Giza: esistono veramente delle relazioni tra i grandi monumenti dei faraoni della quarta dinastia e i cicli celesti?

L’Archeoastronomia, nata negli anni Sessanta dello scorso secolo, parte dal fatto incontrovertibile che molti monumenti del passato furono legati ai cicli celesti tramite allineamenti astronomici, cioè con la scelta di dirigere assi geometrici – ad esempio, l’asse visuale di un tempio, o la direzione di un allineamento di pietre – verso eventi astronomici significativi, come il sorgere o il tramontare del sole o di altre stelle in determinati giorni.

I motivi alla base di queste scelte erano legati alla religione e alla gestione del potere, secondo un meccanismo che riscontriamo – con modalità diverse – in moltissime civiltà. In estrema sintesi: i regnanti esercitano il potere per mandato divino, quali intermediari tra il mondo umano e il cielo; poiché il cielo è regolato da leggi cicliche (ad esempio le stagioni o il ritorno di una stella dopo un periodo di invisibilità), le grandi opere che essi fanno costruire – le piramidi in Egitto, i templi di stato ad Angkor e via dicendo – devono a loro volta contenere riferimenti espliciti alla ciclicità e regolarità del cosmo.

L’Archeoastronomia è una scienza interdisciplinare: gli aspetti tecnici (rilievo, ricostruzione del cielo nel passato, analisi statistica dei dati) devono procedere di pari passo con l’analisi storica e archeologica. Solo quest’ultima è in grado di fornire l’interpretazione degli eventuali allineamenti riscontrati e – quindi – di mostrare che essi non sono casuali.

Non sempre viene seguito questo approccio, e così nella conoscenza comune si fanno strada – in libri di successo, siti web e trasmissioni televisive – tante idee astruse difficili da eradicare. Un esempio paradigmatico e al contempo affascinante è proprio Giza, in Egitto. […]