Faragola siamo noi! E risorgerà dalle ceneri… Futuro del passato

Incendio faragola

Archeologia Viva n. 187 – gennaio/febbraio 2018
pp. 12-16

di Giuliano Volpe e Maria Turchiano

Dopo l’incendio che l’ha distrutta ricostruire la famosa villa tardoantica riportata in luce e musealizzata nella campagna di Ascoli Satriano è un imperativo a cui la società civile non può sottrarsi: è l’unico modo che abbiamo per reagire alla violenza dei barbari del nostro tempo

Nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2017 un drammatico incendio ha colpito l’area archeologica di Faragola, in Puglia, nel territorio di Ascoli Satriano (Fg).

Il rogo ha distrutto le strutture di copertura realizzate tra il 2009 e il 2017 per musealizzare il sito e ha danneggiato gravemente le pavimentazioni, in particolare i mosaici, quasi esplosi in mille frammenti, e i marmi antichi, sottoposti ad altissime temperature quasi fossero in una calcara, e in parte anche le strutture murarie antiche.

Sulla natura dell’incendio si attendono i risultati delle indagini in corso da parte di Carabinieri e magistratura, ma numerosi indizi inducono a ritenere che si sia trattato di un fatto doloso.

Gli stessi Vigili del Fuoco, che pure non escludono la possibilità di un incidente legato alla bruciatura di stoppie nei campi vicini, hanno accertato che l’incendio si è sviluppato all’interno del sito archeologico: l’erba secca era stata tagliata, tutta l’area circostante la struttura era pulita e non presenta tracce di bruciato.

Tra la copertura che ha preso fuoco e le stoppie bruciate lungo la strada che costeggia il sito, dal punto in cui secondo alcuni sarebbe partito l’incendio accidentale, qualche albero risulta parzialmente bruciato, ma solo nella parte prospiciente l’area archeologica, non sul lato da cui avrebbe preso le mosse l’incendio.

Inoltre il settore della struttura che pare si sia incendiato per primo, si trova all’estremo opposto rispetto al punto da cui sarebbe giunto il fuoco accidentale.

Comunque, queste sono solo osservazioni degli scriventi, che di mestiere non fanno l’investigatore ma l’archeologo (una professione che tuttavia si basa su tracce, indizi, dati materiali…).

È difficile anche capire a chi possa aver giovato il disastro. Alla delinquenza locale? Alla mafia foggiana, preoccupata per la maggiore pressione da parte dello Stato? A piromani? A “semplici” balordi?  […]