Napoli: lo spettacolo è underground! Archeologia cristiana

Catacombe di San Gennario a Napoli

Archeologia Viva n. 189 – maggio/giugno 2018
pp. 18-29

di Andrea Carandini, Mons. Pasquale Iacobone, Adelina Pezzillo, Antonio Della Corte e Walter Medolla

Nessun luogo incarna le contraddizioni di Napoli come il Rione Sanità nato in una valle ai piedi della collina di Capodimonte come luogo di sepoltura in età greco romana

Le sue catacombe – in particolare quelle grandiose dedicate a San Gennaro – si collocano fra le più estese e spettacolari nell’ambito del patrimonio ipogeo formatosi durante i primi secoli di diffusione del cristianesimo in molte regioni del Mediterraneo

Nel vasto panorama dei beni storico-artistici che arricchiscono l’Italia, un settore di particolare importanza e suggestione è quello dell’archeologia.

A sua volta tale ambito si presenta multiforme: nel nostro Paese abbiamo l’opportunità di scoprire, studiare e visitare siti archeologici risalenti a diverse epoche e che costituiscono testimonianze davvero straordinarie, se non uniche, di alcuni momenti storici altrimenti o altrove non documentati.

È il caso delle catacombe cristiane, conosciute e studiate anche in altri contesti geografici, ma che in Italia rappresentano, sia per il numero sia per la loro straordinaria qualità monumentale, una singolare manifestazione della storia artistica e culturale, oltre che religiosa, del nostro Paese.

Il nucleo più consistente di catacombe cristiane si addensa a Roma e nel Lazio. Ma esse sono presenti in diverse altre regioni, dalla Toscana all’Umbria, dall’Abruzzo alla Puglia, dalla Campania alla Sicilia, alla Sardegna.

Oltre, dunque, alle grandi e famose catacombe della Capitale, altri siti catacombali non sono da meno, sia dal punto di vista dell’antichità e monumentalità sia per la presenza al loro interno di opere artistiche di notevole interesse. Penso soprattutto, senza voler sminuire l’importanza di altri siti, a quelle di Napoli e di Siracusa. Mi soffermo sulle prime. […]