Nigin. La città delle acque Iraq meridionale

Iraq. Nigin. La città delle acque

Archeologia Viva n. 173 – settembre/ottobre 2015
pp. 30-40

di Davide Nadali e Andrea Polcaro

Una nuova missione archeologica italiana ha iniziato un programma di ricerche in Bassa Mesopotamia a Tell Surghul

nel sito di una delle prime città della storia sede del santuario della potente Nanshe dea del mondo delle acque

Siamo nel centro dell’Iraq meridionale, quaranta chilometri a nord-est di Nassiriya, fra il Tigri e l’Eufrate, nel cuore dell’antico Sumer, dove, nel III millennio a.C., sorse il potente stato di Lagash.

Qui, in un paesaggio caratterizzato da canali, capanne di giunchi e case in mattoni crudi, una missione archeologica italiana, congiunta fra la Sapienza Università di Roma e l’Università degli Studi di Perugia e codiretta da chi scrive, ha iniziato a operare a Tell Surghul.

Nelle giornate limpide il sito è visibile da diversi chilometri, grazie alle due colline (tell) che lo caratterizzano: la principale, la collina A, è ancora alta quasi quindici metri e si staglia sul piatto ambiente circostante.

Nel 1885 l’esploratore americano William Hayes Ward che visitò l’area raccontava: «Arrivammo e fummo accolti nella tenda di uno sceicco, e tutti fummo intrattenuti. Egli ci dette del pane in un grande piatto con il montone, strappando la carne dall’osso e passandocela con le proprie mani».

Come tornando indietro di un secolo, al nostro arrivo è stato impressionante rivivere le stesse scene, quando siamo stati portati dalle autorità locali a conoscere lo sceicco del villaggio.

Accolti nei modi della celeberrima ospitalità araba, siamo stati presentati ai capi famiglia, tutti nei loro lunghi mantelli, i volti rugosi incorniciati dalle kefiah nere e bianche.

Quindi abbiamo partecipato al pranzo comune su grandi piatti posti al centro della capanna, ed, esattamente come accadde al nostro predecessore, i padroni di casa hanno disossato con le mani il montone bollito, che ci è stato offerto sul pane azzimo… […]