Il volto dei Gepidi: antichi migranti in Ungheria Alle origini dell'Europa

Necropoli dei Gepidi Ungheria

Archeologia Viva n. 190 – luglio/agosto 2018
pp. 56-65

di Zoltán Farkas; a cura di Daniele Vitali

Nella grande pianura pannonica lo scavo di un vasto cimitero di epoca altomedievale lungo il fiume Berettyó affluente del Tibisco

ha consentito di mettere a fuoco l’immagine e le contrastate vicende di un antico popolo germanico di invasori alla ricerca di una terra dove mettere le proprie radici

L e terre dell’Alföld – la grande pianura che in Ungheria si estende fra il Tibisco e il Danubio e per questo chiamata anche “Mesopotamia ungherese” – hanno sempre rappresentato un territorio di particolare importanza per l’afflusso nel bacino dei Carpazi dei diversi popoli provenienti dal Nord e dall’Est. Il motivo di fondo di queste continue invasioni è da ricercare nella posizione geografica ideale dell’Alföld.

Il vasto bassopiano, con i suoi numerosi fiumi (Tibisco, Körös, Maros e Szamos, affluente del Danubio il primo, subaffluenti gli altri), era percorso da importanti rotte commerciali lungo le quali le materie prime (essenzialmente metalli e sale) si spostavano dalla Transilvania verso Occidente.

A partire dal I sec. d.C. i territori compresi fra la Pannonia e la Dacia (le due vaste regioni storiche oggi grosso modo comprese nei confini di Ungheria, Romania e Bulgaria) erano abitati da popolazioni sarmatiche, sulle quali, dal III secolo, si insediarono a più riprese genti di etnia germanica.

Inizialmente, quando l’Impero romano era ancora in grado di difendere gli alleati Sarmati, i popoli germanici penetrarono solo nelle zone periferiche, ma in seguito, fra IV e V secolo, con l’indebolimento della compagine imperiale, essi invasero permanentemente il corso del Tibisco e la Transilvania.

Fra i popoli germanici invasori i più rilevanti furono i Gepidi, che diventarono gradualmente l’etnia egemone in quest’area geografica. […]