Incontro con Sebastiano Tusa La voce della storia

Archeologia Viva n. 192 – novembre/dicembre 2018
pp. 74-75

Intervista di Giulia e Piero Pruneti

«Le soprintendenze siciliane offrono un modello di struttura che andrebbe esteso a tutta la nazione»

«Il nostro problema è la farragine burocratica»
«Rimane esemplare il pragmatismo di mio padre a Selinunte»
«Alle Egadi abbiamo vinto una grandiosa scommessa archeologica»

Incontriamo Sebastiano Tusa a Palermo nella sede dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. Dopo le dimissioni di Vittorio Sgarbi – di cui è nota la fisiologica insofferenza verso impegni costanti e prolungati – ora l’assessore è lui. Un archeologo dietro alla scrivania che in Sicilia vale quella di un ministro della Repubblica.

Ci conosciamo da tempo indefinito, forse da un lontano convegno del 1983 a Favignana, quando Archeologia Viva esisteva da poco e lui era un giovane paletnologo che scavava in Asia.

Poi anche Sebastiano, come il padre Vincenzo (uno dei soprintendenti “storici” della Sicilia) si è dedicato interamente alla sua isola ricoprendo, fra l’altro, dal 2004, il ruolo di Soprintendente del Mare. Uno stretto collaboratore della rivista: ha scritto articoli, ha diretto le Lezioni di archeologia subacquea che per tanti anni Archeologia Viva ha organizzato a Ustica, membro attivo del Comitato scientifico.

Avendolo sempre visto su una trincea di scavo o con muta e bombole per immergersi su un relitto, ci sembrano un po’ estranei – per lui – gli ambienti dell’Assessorato che ora attraversiamo per raggiungerlo, incrociando non più archeologi e assistenti di scavo, ma uscieri e segretari… Alla fine eccolo, solo, nella sua stanza. Riuscirà il nostro eroe a far valere, come davvero meritano, i grandi tesori della Sicilia?

Nell’attesa consigliamo di leggere i suoi ultimi libri: In viaggio tra Mediterraneo e storia (con Carlo Ruta), 2017; Viaggio nella Grecia antica da Oriente a Occidente (con Carlo Ruta), 2017; Viaggio nell’antica Roma lungo le vie dei saperi, delle cittadinanze e del sacro (con Carlo Ruta), 2018; I popoli del Grande Verde. Il Mediterraneo al tempo dei faraoni, 2018.

Il patrimonio culturale della Sicilia è immenso. Possiamo riassumere in breve la sua importanza?

Si tratta della più grande regione italiana, al centro del Mediterraneo. Questa particolarità è da tenere presente per capirne il ruolo strategico durante le età preistoriche e in particolare negli ultimi tremila anni.

Qui le stratificazioni di civiltà sono straordinarie, ognuna con momenti di grande rilievo, appunto dalla Preistoria per arrivare al Liberty e passando per Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni… e via dicendo. Di ogni periodo della grande vicenda mediterranea la Sicilia conserva monumenti e opere di carattere primario. […]