Samaipata: ai confini dell’umanità Antico mondo andino

Samaipata: ai confini dell’umanità

Archeologia Viva n. 166 – luglio/agosto 2014
pp. 68-77

di Emanuela Bre’

Sulla Sierra boliviana resiste alle ingiurie del tempo e degli uomini un complesso monumentale sospeso fra Cielo e Terra, poco noto e comunque protetto dall’Unesco

Qui in oltre milleduecento anni di storia fino all’arrivo degli Inca si sono susseguite alcune fra le più importanti culture precolombiane

In lingua quechua, il termine Samaipata significa ‘luogo del riposo’. E infatti la località che porta questo nome mostra tutte le caratteristiche legate alla quiete, alla meditazione, al respiro…

Annidato fra le montagne della Bolivia orientale, a 1920 metri di quota, ai limiti della selva amazzonica, il sito archeologico oggi conosciuto come El Fuerte de Samaipata evoca immagini di natura fertile, silenzio e bellezza.

Siamo in provincia di Florida, dipartimento di Santa Cruz de la Sierra. La sua peculiarità è costituita da una formazione rocciosa di dimensioni considerevoli (260 metri di lunghezza per 60 di ampiezza), completamente scolpita dalla mano dell’uomo e quindi nota come Templo de la Roca Esculpida de Samaipata.

Nel suo insieme l’area d’interesse archeologico si estende per circa quaranta ettari e nel 1998 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità.

La grande Roccia Scolpita è circondata dai resti di strutture di epoca Inca (XVI sec.). Parte di questi antichi edifici furono posizionati in punti strategici, vicino ai dirupi da cui si erge il rilievo che ospita El Fuerte, con funzioni abitative e di vigilanza, dal momento che da tali posizioni si poteva monitorare il territorio per molti chilometri all’intorno.

Tutto questo non evitò ai residenti e alla guarnigione dell’insediamento incaico, nella prima metà del XVI secolo, di essere assaliti e massacrati dai loro tradizionali nemici, i Tupi-Guaranì, in seguito chiamati Chiriguano. 
[…]