Alla scoperta di Monte Copiolo Fra Romagna e Marche

Alla scoperta di Monte Copiolo

Archeologia Viva n. 165 – maggio/giugno 2014
pp. 48-53

di Daniele Sacco

Su una rupe appenninica della regione storica del Montefeltro da oltre un decennio si lavora per riportare in luce e rendere visitabile il castello da cui prese origine la potente casata dei futuri duchi di Urbino

Da oltre un decennio la cattedra di Archeologia medievale dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” ha focalizzato la sua attività di ricerca sul fenomeno dell’incastellamento del Montefeltro attraverso indagini di archeologia dei paesaggi (ricognizioni territoriali) e scavi stratigrafici, con particolare riferimento all’area di Monte Copiolo, il principale sito medievale di potere nel nord delle Marche (ma anche del sud della Romagna) e, oggi, uno degli scavi di ambito medievistico più importanti d’Europa che interessa un complesso di ruderi di novemila metri quadri.

Il castello, impostato su una rupe calcarea a 1033 metri di altitudine, fu la prima sede di residenza dei conti di Montefeltro (poi duchi di Urbino), signori, tra XII e XVII secolo, di un vasto territorio tra Romagna, Marche e Umbria.

Sebbene il primo documento conservatosi che attesta la presenza del castrum Montis Cupioli risalga alla metà del XII secolo, le indagini stratigrafiche hanno permesso di retrodatare di almeno due secoli la sua fondazione.

Lo sfondo storico che sta alla base della nascita di questo centro di potere è il fenomeno dell’incastellamento del X secolo.

La rupe di Monte Copiolo occupava una posizione strategica, a spartiacque tra le vallate del Marecchia e del Conca (due fiumi che sfociano nell’Adriatico rispettivamente a Rimini e, il secondo, tra Misano e Cattolica) e a dominio di un valico sui cui transitava la strada, nel Medioevo chiamata via Vetere, che da Urbino conduceva a San Leo (le due principali sedi di diocesi del territorio).

Probabilmente fu proprio il potere vescovile che, nel X secolo, determinò l’incastellamento della rupe.

Il nuovo castello doveva controllare il valico, difendere da sud-est la città di San Leo e, soprattutto, amministrare una vasta e fruttifera corte appenninica. […]