Incontro con Andrea Augenti La voce della storia

Intervista all'archeologo Andrea Augenti

Archeologia Viva n. 194 – marzo/aprile 2019
pp. 82-84

Intervista di Giulia Pruneti

«Il Medioevo? Un grande laboratorio di scambi tra culture e di integrazione tra popoli»

«Necessario un recupero dei rapporti tra archeologia e storia dell’arte medievale»
«Visitate il Museo di Classe per capire Ravenna»

«Occorre che gli archeologi escano dalle loro gabbie linguistiche: l’“archeologhese” non lo capisce nessuno»

Cè ancora tanta strada da fare secondo l’archeologo Andrea Augenti. Il Medioevo è vicino e lontano allo stesso tempo. Le fortificazioni che lo rappresentano rischiano di diventare metafora anche di un mondo accademico e archeologico che comunica il passato con un linguaggio talmente criptico da scoraggiare i più. E non è tutto. Il patrimonio storico-architettonico dei famosi “secoli bui” – che bui non lo sono affatto secondo Augenti – è valorizzato poco e male.

Tuttavia l’archeologia medievale anche in Italia sta vivendo una stagione di “crescita” e le prospettive sono incoraggianti, anche grazie alle nuove generazioni. Con queste ultime il contatto di Augenti è diretto e quotidiano, dato che insegna Archeologia all’Università di Bologna e presso il Politecnico di Torino. Di archeologia medievale si è sempre occupato conducendo numerosi scavi. In particolare ha lavorato a Roma, allo scavo delle pendici del Palatino, sotto la direzione di Andrea Carandini. […]