Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 165 – maggio/giugno 2014

di Piero Pruneti

La scoperta nella piana di Persepoli che pubblichiamo su questo numero presenta caratteri di eccezionalità. La capitale persiana distrutta da Alessandro conserva un complesso di monumentali rovine, sulla cosiddetta Terrazza dove si trovavano i palazzi del potere, tali da farne il simbolo della stessa dinastia achemenide che per oltre due secoli dominò sulle sconfinate regioni mediorientali.

Ora i resti del monumento riportato in luce a Tol-e Ajori, una collinetta artificiale in mezzo ai campi a ovest della grande Terrazza, ci propongono una realtà diversa. Potremmo definirla una “Persepoli prima di Persepoli”, nel senso di un assetto monumentale inedito, precedente quello a cui siamo abituati. Le indagini condotte dalla Missione congiunta irano-italiana ci indicano la presenza di un edificio – imponente, altissimo, ricoperto di mattoni dipinti e invetriati, luccicante nella piana fra i canali, le terre coltivate e le modeste case della città quotidiana – che precedette la costruzione della grande Terrazza e che probabilmente fu in seguito abbattuto proprio per non creare conflitto con la monumentalità di quest’ultima, secondo la regola per cui ogni dinasta (si parla in questo caso di personaggi dello spessore di Ciro e Dario) vive sempre nel complesso di non essere da meno dei predecessori, ma con il vantaggio di poter abbattere ciò che ritiene fargli ombra…

Insieme all’articolo con cui i direttori della missione a Tol-e Ajori presentano l’esito delle loro ricerche, Archeologia Viva pubblica in esclusiva (nella pagina qui a fronte) anche la bella poesia del famoso archeologo iraniano Hasan Rezvani Nikabadi, nata durante le serate della missione a Persepoli, un testo che ci comunica quanto non compare nelle relazioni di scavo: la magia di momenti irripetibili, nella sospensione di «interminati spazi… e sovrumani silenzi» (Leopardi), nell’equilibrio precario ed entusiasmante in cui si pone la tensione conoscitiva di ogni archeologo.

 Piero Pruneti 

direttore di “Archeologia Viva”