Romani sul Danubio. Ora l’obiettivo è l’Unesco I confini dell'Impero

I resti del castellum quadrangolare di Gerulata

Archeologia Viva n. 194 – marzo/aprile 2019
pp. 12-23

di Eduard Krekovic, Margaréta Musilová, L’ubica Pincíková, Ján Rajtár, Jaroslava Schmidtová e Anna Tuhárska;
traduzione di Alexandra Lenzi Kucmová e Alessandra Enea

Vari settori della grandiosa linea fortificata dell’Impero romano sono stati riconosciuti o stanno per entrare nella prestigiosa Lista del Patrimonio dell’Umanità

Una particolare attenzione è ora rivolta al limes danubiano e al caso dei monumenti presenti nella Repubblica Slovacca anch’essi candidati a entrare nel sito seriale Unesco “I Confini dell’Impero romano”

LImpero romano raggiunse un’estensione territoriale come poche entità politiche del passato, protetto da una linea di confine che correva per un totale di circa cinquemila chilometri, dalle sponde dell’Atlantico al nord della Gran Bretagna e, attraverso l’Europa, fino al mar Nero, e dal mar Rosso, attraverso l’Africa settentrionale, fino all’Atlantico.

Queste frontiere furono il risultato di un lungo processo di ampliamento dei confini che ebbe inizio in Italia intorno al III sec. a.C. Successivamente, nel I sec. d.C., cominciando a farsi sentire il problema della difesa, le frontiere assunsero una struttura fortificata e nel II sec. d.C., quando l’Impero aveva raggiunto la massima espansione, costituivano ormai una linea continua di manufatti militari. […]