Convenzione UNESCO: quale futuro? Archeologia e diritto

Archeologia Viva n. 163 – gennaio/febbraio 2014
p. 73

di Rosario Sapienza

È giunto il momento per una generale riorganizzazione delle strategie di protezione internazionale dei beni culturali e paesaggistici

sottraendole al dare e avere delle relazioni diplomatiche e dando vita a un corpo di funzionari internazionali dotati dei necessari poteri e competenze

Si è tenuta di recente a Phnom Penh la trentasettesima sessione del Comitato del Patrimonio culturale mondiale previsto dalla Convenzione UNESCO del 1972, nota per aver istituito la lista del Patrimonio culturale mondiale, ovvero l’elenco dei beni di rilevante interesse artistico e paesaggistico soggetti a un regime di particolare protezione sotto controllo internazionale.

Con 190 Stati che l’hanno sottoscritta e 962 siti protetti (molti dei quali in Italia, paese che ne vanta il maggior numero), la Convenzione del 1972 ha rappresentato un importante passo in avanti verso l’affermazione di un regime internazionale per la protezione e la conservazione dei beni culturali e paesaggistici, un sistema normativo peraltro ancora perfettibile e a tratti incompleto, che il suddetto Comitato (l’organo di gestione e amministrazione della Convenzione) guida con impegno. […]