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Narni. L’acquedotto romano dell’antica Narnia

Archeologia Viva n. 163 – gennaio/febbraio 2014
pp. 70-72

di Roberto Nini

La città umbra sul fiume Nera era rifornita grazie a una grande opera d’ingegneria idraulica che è stata esplorata e resa in parte percorribile per un suggestivo tratto in galleria

Tito Livio narra che nel 299 a.C. le legioni dei consoli Titus Manlius Torquatus e Marcus Fulvius Paetinus, dopo lungo assedio, conquistarono la città umbra di Nequinum, distruggendola e uccidendone gli abitanti che si erano rifiutati di arrendersi. Al suo posto fondarono una colonia latina e la chiamarono Narnia dal vicino fiume Nahar, oggi Nera.

Il luogo ispirò lo scrittore britannico Clive Staples Lewis che alla metà del secolo scorso scrisse le ben note Cronache di Narnia

Dopo la costruzione della Flaminia fra Roma e Ariminum (Rimini), intorno al 220 a.C., la città acquistò notevole importanza strategica ed economica. Una testimonianza fra tutte è il ponte voluto da Augusto per rettificare il percorso della strada consolare.

Meno noto è invece l’imponente acquedotto detto “della Formina”, realizzato, secondo tradizione, per ordine del narnese Marcus Cocceius Nerva, eminente giurista nonno del futuro imperatore, che nel I sec. d.C. fu prima consul suffectus (console sostituto) sotto Augusto e poi curator aquarum a Roma.

L’opera ha una lunghezza totale di tredici chilometri e raccoglie sette sorgenti lungo un percorso caratterizzato da quattro ponti, di cui due ancora ben conservati in opus quadratum (‘opera quadrata’, muratura di blocchi quadrangolari in filari regolari) conosciuti come ponte Cardona e ponte Vecchio. […]