Archeologia Viva n. 163 – gennaio/febbraio 2014
pp. 66-68
di Francesco Cesare Casula
Poche città storiche hanno subìto la sorte umiliante della capitale del Regno sardo-medievale di Càlari
Inglobata dalla moderna periferia della città ma soprattutto completamente dimenticata e distrutta da impianti industriali e raccordi stradali
In area mediterranea esistono tre città antiche abbattute improvvisamente per guerra o calamità naturale, con tutto il bene sotto. La prima è la Troia cantata da Omero, le cui rovine furono scoperte nel 1871 dal tedesco Heinrich Schliemann.
La seconda città, del periodo romano, è Pompei, riportata in luce nel 1738, insieme a Ercolano e a Stabia, dagli ingegneri Rocque Joaquin de Alcubierre e Karl Jakob Weber, oggi il sito archeologico più visitato al mondo.
La terza, di età medievale, è Santa Igia (contrazione di Santa Cecilia), in Sardegna, alle porte di Cagliari, ancora completamente seppellita e ignorata da tutti: accademici, soprintendenti, amministratori e mass media. […]