Tonnara Florio: le Egadi ricordano L'uomo e il mare

Tonnara Florio: le Egadi ricordano

Archeologia Viva n. 163 – gennaio/febbraio 2014
pp. 30-39

di Erica Zanon; consulenza scientifica Sebastiano Tusa;
reportage fotografico Gianluca Baronchelli

A Favignana il grandioso Stabilimento Florio per la produzione del tonno – dismesso dopo oltre un secolo di onorato servizio – è stato restaurato e ora si propone come spazio eccellente della memoria dell’arcipelago a partire da quel 10 marzo del 241 a.C. quando i Romani annientarono la potenza cartaginese sul mare

«Giangrasso rimane effettivo per sempre». Furono queste le parole del capo del personale nel lontano 1962 quando vide l’energia che quel ragazzo metteva nel proprio lavoro. Ed eccolo ancora lì, lui, Giuseppe Giangrasso, per tutti u zu Peppe nue – che si sentì mancare la forza nelle gambe quando lo stabilimento nel 1982 chiuse i battenti – ad accogliere i visitatori e regalare un’anima all’ex Stabilimento Florio sull’isola di Favignana.

Ti cattura zu Peppe con le sue parole, gli occhi e il corpo che raccontano di giorni, mesi, anni scanditi dal tempo della tonnara: perché lui c’era quando le mattanze contavano tonni da quattrocento-cinquecento chili e se ne pescavano diecimila a stagione e lo stabilimento Florio viveva i suoi momenti di gloria.

Una delle più grandi tonnare del Mediterraneo: trentaduemila metri quadrati di superficie, tra uffici, stiva, magazzini di confezionamento, reparto “Torino” – che, racconta zu Peppe, «deve il nome al fatto che ci lavoravano ottocento operai estate e inverno, più che alla Fiat…» -, la falegnameria, la lunga batteria di forni per la bollitura del tonno con le sue alte ciminiere e i ricoveri per le barche (la Trizzana a quattro e a due porte). […]