Augusto tra due bimillenari I protagonisti della storia

Augusto tra due bimillenari

Archeologia Viva n. 163 – gennaio/febbraio 2014
pp. 16-29

di Andrea Giardina, Eugenio La Rocca e Daniel Roger

Quello della nascita fu celebrato da Mussolini mentre oggi – in una Italia e in una Europa profondamente diverse – ricorre il bimillenario della morte

è l’occasione per fare il punto sulle ricerche storiche e archeologiche che nel frattempo hanno “aggiornato” l’immagine del primo imperatore dei Romani

La lunga vita di Augusto ha fatto sì che i bimillenari della sua nascita e della sua morte cadessero a lunga distanza l’uno dall’altro, in momenti storici radicalmente diversi. Quando nel 1937 fu celebrato il bimillenario della nascita (Roma, 23 settembre 63 a.C.), l’Europa viveva ancora i traumi e i rancori della Grande Guerra e si apprestava a intraprenderne un’altra non meno grande, mentre l’Italia era dominata dal regime fascista.

La storia romana veniva attualizzata come modello di potenza e civiltà, non solo in Italia, ma anche in quei paesi che sperimentavano con maggiore credibilità una politica coloniale, il cui esaurimento era percepito ancora da pochi. Ora che ricordiamo il bimillenario della morte (Nola, 19 agosto 14 d.C.), l’Europa (o almeno quella che i Romani avrebbero detto la pars Occidentis) è interamente governata da democrazie, non conosce guerre interne da settant’anni, gli odî dell’ultimo conflitto mondiale sono spenti.

L’impero romano non suscita più passioni attualizzanti né deliri di potenza e, soprattutto, è diventato una sorta di grande racconto per milioni di appassionati. Benito Mussolini aveva sempre avuto una forte predilezione per Giulio Cesare, ma dopo la conquista dell’Etiopia, compiuta nel 1936, propose se stesso come nuovo Augusto.

La decisione fu determinata dalla prossimità con il bimillenario della nascita di Ottaviano. Dopo la proclamazione dell’impero, avvenuta a Roma il 9 maggio del 1936, il Duce ascese al Campidoglio per deporvi l’alloro dei fasci, esattamente come aveva fatto Augusto nel 13 a.C. (quasi sicuramente presso il tempio di Giove Capitolino), secondo un rituale tradizionalmente praticato dai generali vittoriosi che erano stati acclamati imperatores dai loro soldati: «Deposi l’alloro dei fasci – leggiamo nelle sue Res gestae – sciogliendo così i voti che avevo pronunciato in ciascuna guerra». […]