Incontro con Giuseppe Sassatelli La voce della storia

Archeologia Viva n. 196 – luglio/agosto 2019
pp. 82-84

Intervista di Giulia Pruneti

«Il lascito principale degli Etruschi? L’“invenzione” della città»

«A chi mi chiede “da dove arrivarono gli Etruschi” rispondo chiedendo “da dove vengono gli Italiani?”»

«La civiltà etrusca collassò per l’incapacità di comprendere alcune grandi trasformazioni storiche»

D: Quali sono gli aspetti salienti che a suo parere hanno fatto di quella etrusca una grande civiltà?

R: Sono tanti e da etruscologo faccio fatica a selezionare i più importanti. Uno di questi è sicuramente l’invenzione della città, una forma di aggregazione umana che supera i precedenti modelli di popolamento pre-protostorico che troviamo strutturato “per villaggi”, piccoli, semplici e capillarmente diffusi nei vari territori.

Rispetto al villaggio, la città non è solo una scelta topografica o una maggior concentrazione numerica di individui, ma un sistema molto complesso sul piano culturale ed economico, un sistema che poi è diventato usuale e consueto, arrivando fino ai nostri giorni.

E gli Etruschi, prima di tutte le altre popolazioni dell’Italia antica (a parte Roma), adottarono questo sistema e questo modo di abitare e produrre mostrando tra l’altro di avere ben chiara la differenza tra la città intesa nel suo assetto urbanistico (in etrusco methlum) e la città nei suoi assetti politici e istituzionali (in etrusco rasna e spura).  […]