Adamello e non solo… storie affioranti di umanità Archeologia della Grande Guerra

Archeologia Viva n. 196 – luglio/agosto 2019
pp. 56-63

di Franco Nicolis; scheda di Nicola Cappellozza

Dai ghiacciai alpini riemergono i resti di giovani caduti nel primo conflitto mondiale: storie spezzate brandelli di umanità qualche raro riconoscimento…

e per l’archeologia l’obbligo di non voltarsi dall’altra parte
In questo articolo uno degli archeologi europei più impegnati nelle ricerche d’alta quota racconta la sua eccezionale (e sconvolgente) esperienza sulle montagne del Trentino

Il corretto recupero dei resti dei soldati caduti durante il primo conflitto mondiale nei teatri della cosiddetta “Guerra bianca”, quella combattuta a quote elevate in ambiente alpino, spesso in contesti glaciali, è un dovere prima di tutto morale: non ho mai avuto dubbi nella mia qualità di responsabile dell’Ufficio Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento, dando così inizio alla collaborazione con il Commissariato generale per le onoranze ai caduti del Ministero della Difesa italiano.

La questione si è posta in tutta la sua drammatica complessità a seguito dei drastici cambiamenti climatici che hanno coinvolto i ghiacciai alpini, a suo tempo teatro di attività militari, dove, tra il 2004 e il 2017, l’innalzamento delle temperature ha fatto riemergere resti umani sparsi, insieme a corpi ancora composti. […]