Apollo e Atena e… una folla di eroi (greci) Nel mondo del mito

Archeologia Viva n. 196 – luglio/agosto 2019
pp. 26-37

di  Federica GiacobelloAgata Keran

La mostra in corso a Vicenza in Palazzo Leoni Montanari offre l’occasione di una eccezionale rassegna fra alcuni dei miti più coinvolgenti e famosi

che dettero al mondo ellenico una profonda coscienza identitaria e politica oltre che una straordinaria capacità di lettura della grandezza e delle miserie dell’umanità

Raccontare gli dei greci è complesso perché composita è la natura di ciascuno di loro e perché le loro funzioni abbracciano ambiti diversi, talvolta opposti, che le narrazioni mitiche ci rivelano. Apollo appartiene alla generazione più giovane degli dei – successiva ai figli di Crono –, prole di Zeus che lo concepisce unendosi alla titana Latona, e ha una gemella, Artemide.

È rappresentato come un giovane dalla bellezza luminosa, in nudità, con la chioma sciolta; ha come attributi l’arco o la lira, che definiscono due aspetti della sua sfera d’azione insieme all’oracolo, come egli stesso proclama appena nato nell’isola di Delo: «Saranno mia prerogativa la cetra e l’arco ricurvo, e vaticinerò agli uomini l’infallibile volontà di Zeus» (Inno omerico III. Ad Apollo, trad. G. Zanetto).

In Omero Apollo scende dall’Olimpo «con l’ira nel cuore, sulle spalle portava l’arco e la chiusa faretra; risuonavano i dardi sulle sue spalle mentre avanzava in preda alla collera, egli scendeva simile alla notte» (Iliade I, trad. M.G. Ciani) e con le frecce porta pestilenza nel campo troiano. Ma il terribile saettatore, con un’apparente contraddizione, può diventare sanatore e guaritore: fu venerato in antico come Parnopios (sterminatore di cavallette) a cui è associato un celebre tipo statuario dello scultore ateniese Fidia, dedicato sull’Acropoli a protezione dei flagelli naturali. […]