Nascere e rinascere in Etruria (e non solo…) Il ciclo della vita

Archeologia Viva n. 197 – settembre/ottobre 2019
pp. 32-39

di Claudia Carlucci, Maria Conforti, Maria Anna De Lucia Brolli, Laura Gasbarrone, Valentina Gazzaniga, Vittoria Lecce, Giovanni Minisola, Valentino Nizzo e Mirella Tronci

Una mostra al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia documenta il rapporto delle società antiche con le problematiche di fondo di ogni essere umano: nascere crescere invecchiare morire…

Come con grande impegno continuiamo a fare anche noi l’evoluzione naturale della vita fu analizzata da ogni punto di vista – filosofico religioso medico scientifico – per arrivare meglio (e più tardi che mai) al punto di non ritorno che attende tutti

Si nasce, si cresce, s’invecchia, si muore. Lo sappiamo. È un processo naturale che s’intreccia inevitabilmente con quello sociale, per cui l’intervallo tra nascita e morte è affrontato da ogni individuo con modalità diverse a seconda del contesto in cui vive.

Mentre Greci e Romani su questi temi ci hanno lasciato scritti di filosofia, medicina e diritto, non è così per gli Etruschi nonostante le loro indubbie conoscenze e pratiche mediche. Soccorre l’archeologia, le cui testimonianze raccontano di un popolo per il quale i passaggi fisiologici, soprattutto quelli della sfera femminile, erano considerati talmente importanti da essere posti sotto la protezione degli dei e sanciti da riti specifici.

Nel mondo greco è Artemide Limnatis, la dea delle paludi (luoghi dell’incertezza, dove la natura non è né terra né acqua), a proteggere le giovani donne nel momento in cui il loro corpo si trasforma e si purifica grazie al menarca, la prima mestruazione. […]