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Una “Stonehenge” spagnola riemerge dalle acque Sensazionale scoperta

Stonehenge Spagnola

17 settembre 2019


Sensazionale scoperta

Uno straordinario complesso megalitico riemerge dalle acque del fiume Tago, in Spagna, grazie a un’eccezionale siccità, dopo essere rimasto sommerso per quasi sessant’anni. Risalente all’età del Bronzo, il sito prontamente ribattezzato “Stonehenge spagnola” – perché molto simile al suo omologo inglese situato nella contea del Wiltshire – è composto da ben 144 monoliti di granito posizionati verticalmente, con una camera ovale di cinque metri di diametro e un corridoio di ventun metri di lunghezza.

Per colpa di una diga

Il complesso, conosciuto come “Dolmen de Guadalperal” si trova nei pressi della città di Peraleda de la Mata nel territorio del comune di El Gordo, nel cuore dell’Estremadura. Scoperto nel 1925 dal geologo e archeologo tedesco Hugo Obermaier, il sito venne sommerso nel 1963 dalle acque del lago di Valdecañas, un bacino artificiale fatto realizzare da Francisco Franco, a seguito della costruzione dell’omonima diga.

Adesso per la prima volta il complesso megalitico è visibile nella sua interezza e c’è chi ipotizza che potrebbe non essere l’unico di quel periodo nascosto sotto le acque paludose venutesi a creare dopo la costruzione di opere idrauliche da parte del franchismo.

Un faro sul Neolitico

Questo ritrovamento costituisce una grande occasione per studiare il patrimonio megalitico del paese. Inoltre la presenza di un dolmen è indice dell’esistenza di monumenti più grandi o addirittura di insediamenti. Nonostante si sappia poco delle comunità neolitiche che abitavano in questa zona del Tago, gli archeologi reputano che fossero solite insediarsi nei pressi delle rive dei fiumi, soprattutto lungo il loro corso principale.

Perché fu costruito?

Il complesso megalitico potrebbe essere servito per vari scopi ovvero sia come calendario solare sia come luogo di sepoltura collettivo a cielo aperto. Gli archeologi hanno notato inoltre che su uno dei megaliti è inciso un serpente stilizzato, simbolo di protezione usato dalle antiche popolazioni iberiche, oltre a essere considerato una sorta di guardiano della zona sacra.

E ancora, uno dei dolmen mostra una linea sinuosa che, in base ai dati raccolti da Obermaier, potrebbe essere una delle prime mappe della cartografia europea e poteva servire a navigare lungo il fiume Tago. Se ciò fosse confermato, sarebbe una delle mappe più antiche del mondo.

Dalle vicine montagne…

La datazione al radiocarbonio ha rivelato che il Dolmen de Guadalperal  risale a 5000-4000 anni fa, e ciò lo collega curiosamente alla storia della Stonehenge inglese, composta da 93 pietre monolitiche, note come sarsen e bluestones: le prime, di dimensioni maggiori furono trasportate dalle Marlborough Downs, mentre le bluestones (così chiamate, perché se bagnate diventano blu) provenivano dalle Preseli Hills, nel Galles sudoccidentale.

Corsa contro il tempo

L’associazione culturale Raíces de Peralêda, ha lanciato una petizione online per far rimuovere il monumento dalla palude e valorizzarlo prima che venga nuovamente sommerso dalle acque. Le pietre di granito sono molto porose e si crepano facilmente. Solo una corsa contro il tempo potrà preservare un patrimonio che già mostra chiari segni di deterioramento.

Angelita La Spada