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Ecco “Calpeia”. Signora neolitica vissuta a Gibilterra Archeonews

30 settembre 2019


Ritrovamento in grotta

Una ricostruzione straordinaria. Impressionante per i particolari, per l’espressione e per il fatto di portarci “in soggettiva” indietro nel tempo fino al volto di una donna vissuta a Gibilterra 7500 anni fa. Ecco a voi dunque “Calpeia”, la signora del neolitico così ribattezzata per via dell’antico nome latino della Rocca di Gibilterra (Mons Calpe), dove, all’interno di una grotta sepolcrale nei pressi di Punta Europa, un team di archeologi del Museo Nazionale di Gibilterra rinvenne i suoi resti, tra cui il cranio, nel 1996.

Tecnologia d’avanguardia

Ventitré anni dopo la straordinaria scoperta, i progressi tecnologici hanno permesso al Museo Nazionale di Gibilterra sotto la guida dell’archeologo Manuel Jaén di collaborare con la Harvard Medical School e realizzare l’incredibile ricostruzione facciale forense.

Durata sei mesi, “l’operazione” ha comportato il rimodellamento di una copia scannerizzata del teschio e l’integrazione delle parti mancanti. Il risultato? Una rappresentazione quanto mai realistica della testa di Calpeia.

Per i genetisti era al 90% turca

Dall’analisi del Dna isolato dai resti ossei della mujer neolitica è risultato che il 10 per cento dei suoi geni è riconducibile ad antenati cacciatori-raccoglitori del Mesolitico e il 90 per cento alle popolazioni dell’Anatolia (attuale Turchia).

Questo significa che Calpeia o i suoi antenati avevano probabilmente raggiunto Gibilterra dal Mediterraneo orientale portando con loro le nuove tecniche poi insegnate alle popolazioni locali e che finirono per diffondersi in tutta Europa.

Il Neolitico o “età della pietra nuova” fu contraddistinto dalla diffusione dell’agricoltura importata in Europa dal Medio Oriente. Nella colonia britannica, nel XIX secolo, furono anche rinvenuti resti ossei dell’uomo di Neanderthal.

Mistero sulla morte

La ricostruzione delle caratteristiche fisiche partendo dai dati genetici, nota come fenotipizzazione del Dna, ha permesso un’analisi approfondita del cranio, rivelando che Calpeia era una donna di 30-40 anni dagli occhi e capelli neri. A giudicare dalle dimensioni del cranio, non doveva essere molto alta. Le cause della morte non sono chiare e il cranio subì una deformazione dopo la sepoltura.
Angelita La Spada

Info: enquiries@gibmuseum.gi