Vita morte e archeologia nelle Cave Iblee Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 198 – novembre/dicembre 2019
pp. 62-66

di Santino Alessandro Cugno

In Sicilia la necropoli rupestre di contrada Cugno Case Vecchie conserva un patrimonio archeologico stratificatosi per circa quattro millenni e capace di trasmetterci la memoria di un popolamento che nelle varie epoche ha saputo adattarsi alle caratteristiche di un territorio aspro e tormentato

Uno scenario naturale mozzafiato fa da sfondo a un complesso storico-archeologico eccezionale. Siamo in Sicilia, nel territorio di Noto, contrada Cugno Case Vecchie (ex feudo Alfano), circa tre chilometri da Canicattini Bagni.

Si tratta di un’area archeologica rupestre, una delle più importanti dell’entroterra di Siracusa, estesa su un vasto altopiano calcareo, circondato da forre e canyons (le cosiddette “cave” dei Monti Iblei), che conferiscono al paesaggio un aspetto particolare, aspro e tormentato.

Il sito di Cugno Case Vecchie (dai ruderi di un vecchio casolare abbandonato) era già noto al grande archeologo roveretano Paolo Orsi (1859-1935), che vi effettuò una fugace visita alla fine dell’Ottocento, mentre si deve a un altro archeologo, Efisio G. Picone (1945-1996), la prima segnalazione archeologica “ufficiale”, agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso, relativa alla presenza di una rara tomba monumentale decorata con finti pilastri, risalente all’antica età del Bronzo e inquadrabile nella cultura di Castelluccio. […]