Archeologia Viva n. 176 – marzo/aprile 2016
p. 73
di Rosario Sapienza
Ventitré anni dopo l’apertura della Convenzione de La Valletta alla firma degli Stati interessati il Parlamento italiano
ha adottato la legge di ratifica di questo strumento normativo fondamentale per adeguare la tutela del patrimonio archeologico alle nuove esigenze sociali e urbanistiche
Qualche anno fa (AV n. 164) segnalammo che l’Italia non aveva ancora ratificato la nuova Convenzione del Consiglio d’Europa per la tutela del patrimonio archeologico, aperta alla firma il 16 gennaio del 1992.
Lamentavamo che questa mancata ratifica impediva all’Italia di poter usufruire di uno strumento che – almeno quando venne scritta la nuova convenzione (che sostituiva, migliorandola, la Convenzione di Londra del 1969, ormai superata) – rappresentava una risposta aggiornata e adeguata alle esigenze di conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico, specie nelle aree urbane.
La Convenzione de La Valletta – di questo si tratta – è espressione, infatti, di un nuovo modo d’intendere l’indagine archeologica alla luce dalla sua complessiva riverberazione sociale, contenendo anche principi guida in tema di archeologia preventiva e di accesso del pubblico ai siti archeologici. […]