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Venere paleolitica Sorpresa ad Amiens

 

9 dicembre 2019


Il sito preistorico francese di Renancourt, nei pressi di Amiens, è una delle realtà archeologiche più note del Paese attestando, prove alla mano, la presenza umana durante il Paleolitico superiore (35.000 – 15.000 anni fa) nel Nord della Francia.

Scoperto durante alcuni sondaggi condotti dall’Inrap (l’Istituto di prevenzione archeologica francese), il sito denominato “Amiens-Renancourt 1”  è stato oggetto di una prima campagna archeologica conclusasi nel 2014.

Poi, alla ripresa degli scavi, nel 2019, proprio quando si credeva di aver già scoperto tutto, è riemerso qualcosa di straordinario: una “Venere” di 23.000 anni fa.

Laddove c’erano i cacciatori …

Sappiamo che il sito era frequentato già durante l’ultima glaciazione, tra i 40.000 e i 10.000 anni fa.

Ciò che gli archeologi hanno rinvenuto quattro metri sotto l’attuale livello del terreno è un deposito di manufatti molto ben conservati e datati col Carbonio 14 a circa 23.000 anni fa ovvero durante l’ultima fase della cultura Gravettiana (presente in Europa tra i  28.000 e i 22.000 anni fa).

Il sito di Amiens- Renancourt è oggi uno dei rarissimi che attestano la presenza dell’uomo moderno  (Homo sapiens) nel nord della Francia durante il Paleolitico superiore.

L’abbondanza di manufatti rivela l’esistenza delle diverse attività che si praticavano nell’ambito degli accampamenti di caccia frequentati per lo più nel periodo estivo.

Tra i reperti più numerosi vi sono punte di arma da lancio in selce, coltelli e raschetti; tra gli ornamenti personali degni di nota sono invece alcuni dischi in argilla perforati. Abbondanti resti ossei di cavallo documentano un consumo abituale di carne equina.

Venere da…collezione

La “Venere” rinvenuta nel 2019, chiude, almeno per ora, la serie di quindici statuette gravettiane scoperte dal 2014 a oggi in questo sito. Scolpita in argilla e alta quattro centimetri, si tratta di una figura femminile steatopigica come si desume dal volume adiposo del sedere, delle cosce e dei seni. Le braccia invece sono appena accennate e il volto è raffigurato senza dettagli fisiognomici.

Senza dubbio aderisce perfettamente ai canoni estetici della tradizione stilistica gravettiana come confermato dalla somiglianza con la Venere di Lespugue (Haute-Garonne), con quella di Willendorf (Austria) o con il basso rilievo della Venere di Laussel (Dordogne).

 

 

Laboratorio artistico della cultura gravettiana

Al momento, il sito di Amiens-Renancourt ha restituito da solo la metà di tutti i manufatti “artistici” di età gravettiana finora conosciuti in Francia.

Tra gli archeologi si fa strada l’ipotesi che questo luogo potesse essere una sorta di laboratorio. L’eccezionalità degli scarti in argilla tornati alla luce sarebbe una conferma in tal senso.

Sulla  funzione e il significato della “Venere” invece nessuna risposta.