Incontro con Eike Schmidt La voce della storia

Archeologia Viva n. 199 – gennaio/febbraio 2020
pp. 78-80

Intervista di Giulia Pruneti

«Da piccolo disegnai una statua tardogotica e fu l’inizio della mia passione per l’arte»

«Agli Uffizi bisogna tornare e ritornare per evitare il “sovraccarico” artistico»

«La grandezza di Raffaello sta nella sua alchimia di etica ed estetica»

«Sono ancora molti i capolavori rubati dai nazisti che attendono di tornare»

Del direttore ha sicuramente il physique du rôle. Tuttavia, i quasi due metri di altezza e l’occhio chiaro del nord si (con)fondono ormai a tutti gli effetti con un italianissimo sense of humor, senza contare il sarcasmo tipico dei maledetti toscani che ha “fatto proprio” grazie agli anni d’intensa frequentazione fiorentina. La sua nomina nel 2015 tra i direttori stranieri dei grandi musei, voluti, criticati e ora rilanciati dal ministro Franceschini, all’epoca fece scalpore.

Adesso che Schmidt è stato ufficialmente riconfermato alla direzione delle Gallerie degli Uffizi – dopo aver rifiutato la nomina al Kunsthistorisches Museum di Vienna – in molti tirano un sospiro di sollievo. Tra i primi ad adottare il sistema “ammazzacode” (un apposito algoritmo che permette di saltare ore e ore di fila), è lui che ha osato l’impossibile o meglio l’intoccabile. […]