Archeologia Viva n. 200 – marzo/aprile 2020
pp. 70-74
di Gino Fornaciari
La più antica prova dell’uso dello strumento chirurgico del cauterio per trattare gravi ferite craniche è rintracciabile sul corpo mummificato di san Davino Armeno conservato nella basilica di San Michele in Foro a Lucca e ritenuto protettore dal mal di testa
Ancora in tempi recenti i devoti erano soliti indossarne il cappello per chiedere la guarigione
I corpi mummificati dei santi rappresentano una categoria di mummie particolari, utilissime dal punto di vista antropologico per ricostruirne il valore quale simbolo di potere e di identità nel mondo cristiano. Centrale è lo studio scientifico per stabilire il processo naturale o artificiale di mummificazione, indagando al contempo stile di vita e stato di salute. In Italia sono presenti innumerevoli mummie “sante” a partire già dal XII secolo: un esempio su tutti è quella di san Davino Armeno, conservata nientemeno che nell’altare maggiore della basilica di San Michele in Foro a Lucca. [continua a leggere sulla rivista]