Opitergium: fra Veneti e mondo romano Romani in transpadana

Archeologia Viva n. 200 – marzo/aprile 2020
pp. 58-69

di Margherita Tirelli, Marta Mascardi e Maria Cristina Vallicelli

Romana per caso ma non troppo… grazie al fatto di trovarsi in bella posizione lungo l’importante asse viario del Nord Italia che collegava Genova ad Aquileia

È la storia di Oderzo – nell’attuale provincia di Treviso – che da veneta si risvegliò (fedelmente) romana con tanto di cittadinanza e straordinari monumenti che ancora ne fanno parlare

Nel frattempo vent’anni di scavi hanno fatto chiarezza

Nel 148 a.C. il console Spurio Postumio Albino apriva la via Postumia, l’asse viario che, mettendo in comunicazione Genova con Aquileia, attraversava in senso est-ovest l’intera pianura padana, toccando i principali insediamenti indigeni. Come per gli altri centri interessati dal tracciato di questa lunga arteria, l’apertura della Postumia segnò anche per l’insediamento veneto di Oderzo – sviluppatosi su un dosso cinto da corsi d’acqua a partire dalla fine del X sec. a.C. in quella che oggi è la bassa pianura trevigiana – l’inizio dei primi contatti diretti con la cultura di Roma.

Si avviò così quel pacifico processo di romanizzazione durato circa un secolo e che si concluderà tra il 49 e il 42 a.C. con l’estensione della cittadinanza romana alle popolazioni dell’intera Transpadana. In questo lasso di tempo è documentata una prima ristrutturazione urbanistica dell’antico abitato veneto, finalizzata a conferire una veste monumentale alla città secondo [continua a leggere sulla rivista]