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L’Appia antica rinasce con un grande progetto

5 marzo 2020


Il MiBACT ci crede e stanzia 20 milioni 

È stato uno degli argomenti di cui si è parlato a tourismA 2020 a proposito dello slow tourism in Italia.

Ora è stato presentato ufficialmente.  Si tratta del progetto “Appia Regina Viarum” finalizzato al recupero dell’antico tracciato della strada consolare romana.

Fortemente voluta dal Ministro per i beni e per le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini e finanziata con 20 milioni di euro all’interno del Piano Cultura e Turismo varato nel 2016, l’iniziativa entra una nuova fase clou con l’aggiudicazione del bando per l’elaborazione del progetto esecutivo.

 

600 chilometri di laicità

La “Regina di tutte le strade”, conterà 29 tappe lungo i 600 chilometri in diagonale da Roma a Brindisi attraversando ben quattro regioni: Lazio, Campania, Basilicata e Puglia.

Per ripristinare il primo cammino laico a matrice culturale tuttavia le difficoltà non mancano.  Spiegano dal Mibact che ad esempio, si può serenamente camminare su quattro chilometri di basolato romano, mentre lungo la fettuccia di Terracina, l’Appia è letteralmente “inghiottita” dal traffico veicolare e si dovrà trovare una soluzione alternativa.

Una prima ricognizione aerea ha già dato la panoramica delle principali criticità, sulle quali ora i progettisti andranno a lavorare.

Dei 20 milioni di euro, 9 milioni 150mila sono destinati ai lavori in loco, come la cartellonistica, l’installazione dei cippi miliari, le colonnine di inizio e fine tappa.

«Il nostro viaggio ha cambiato la realtà – ha detto il giornalista Paolo Rumiz nel corso della presentazione – facendo nascere articoli, film, libri e sprigionando una potente energia civica, che sarà un grande elemento di unità di questa operazione di democrazia diretta che permetterà di vivificare un percorso straordinario, fatto di storia, civiltà, cultura e archeologia».

 Un po’ di storia…

La Via Appia fu la prima delle grandi strade romane a prendere il nome non dalla funzione o dal luogo a cui era diretta, ma dal magistrato che l’aveva costruita.

Nel 312 a.C. il censore Appio Claudio Cieco provvide alla realizzazione di un nuovo asse viario che collegava Roma a Capua al fine di permettere il movimento veloce delle truppe romane verso il meridione in occasione della seconda guerra sannitica (326-304 a.C.).

Successivamente il tracciato fu prolungato fino al porto di Brindisi, che fornì a Roma un collegamento diretto con la Grecia, l’Oriente e l’Egitto, fondamentale per le spedizioni militari, i viaggi e i commerci. Tale intervento elevò l’Appia a strada più importante del mondo romano, la “regina delle strade” (regina viarum), come la definì il poeta Stazio nel I secolo d.C.

Da Roma a Brindisi tra paludi e canali navigabili

La Regina di tutte le strade aveva inizio a Porta Capena, nei pressi del Circo Massimo, e proseguiva fino a destinazione secondo un tracciato lineare e agevole.

Il percorso era interrotto solo nei pressi di Terracina, dove era necessario attraversare un canale navigabile che fiancheggiava la via: chiamato decennovium perché era lungo 19 miglia, vi si procedeva tramite chiatte trainate da animali da tiro.

Ne offre una testimonianza illustre il poeta Orazio, che in una delle sue satire descrive il viaggio da lui intrapreso per Brindisi sulla Via Appia, lamentandosi delle zanzare che infestavano allora le paludi Pontine. Solo sotto Traiano si provvide a bonificare la zona e a lastricare anche questo tratto di strada.

Come un’autostrada (ma piena di monumenti)

Il tracciato della Via Appia aveva le caratteristiche poi divenute fondamentali per tutta la rete stradale romana: largo circa 4,10 m, una misura che permetteva agevole circolazione nei due sensi, era affiancato da marciapiedi laterali generalmente larghi 3,10 m contornati da numerosi monumenti funerari che i passanti potevano ammirare nella noia della monotonia del viaggio.

La campagna circostante era caratterizzata da villaggi contadini, che già negli ultimi secoli della Repubblica avevano cominciato a scomparire per essere sostituiti dalle grandi ville dei ricchi romani desiderosi di riposare in dimore di lusso lontane dal caos della città.

Stazioni di posta, alberghi, osterie, piccoli impianti termali e servizi per i viaggiatori scandivano il tracciato, ottimamente organizzato e gestito da curatores preposti a garantire la continuità dei collegamenti fra Roma e le province.

L’Appia “regina” anche della storia

A questa strada furono riservate sempre particolari attenzioni in epoca antica, tanto che ancora nel VI sec. d.C. Procopio di Cesarea, durante le Guerre Gotiche, era ammirato per il perfetto stato di conservazione del basolato.

Nel corso della storia romana, l’Appia è ricordata come protagonista di numerose guerre e famose vicende, una fra tutte l’epilogo della rivolta di Spartaco, in cui 6000 ribelli vennero catturati e crocefissi lungo la strada da Roma fino a Pompei.

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