La ferocia dell’ISIS e non solo… Obiettivo su...

Palmira. La ferocia dell’ISIS e non solo

Archeologia Viva n. 176 – marzo/aprile 2016
pp. 66-67

di Sergio Rinaldi Tufi

Le efferatezze del cosiddetto Stato Islamico hanno trovato nell’antica città cosmopolita di Palmira il proprio obiettivo ideale

Ma al tempo stesso ci costringono – volenti o no – a una severa riflessione sulla violenza  come costante della storia e… senza fare sconti a nessuno

In Siria, già la guerra civile aveva causato terribili danni al patrimonio culturale (Ebla, Mari, Aleppo, Dura Europos, Raqqa, Maalula, Apamea, Krak dei Cavalieri…), documentati nel 2014 in una mostra organizzata a Venezia da Francesco Rutelli e Paolo Matthiae: “Siria, splendore e dramma”.

La situazione è ulteriormente precipitata con l’espansione dell’Isis, o Is, o Daesh. Tuttavia, duemilacinquecento funzionari siriani, sotto la guida del direttore delle Antichità, Maamoun Abdulkarim, hanno avviato importanti restauri e portato in salvo – sembra – il novanta per cento dei reperti conservati nei trentaquattro musei del Paese.

Ma c’è stata una dura contropartita, perché il direttore degli scavi di Palmira, Khaled al-Asaad, e con lui altri quindici fra funzionari e custodi, hanno pagato con la vita. Per meglio capire lo Stato islamico e le sue  torbide alleanze, può essere utile leggere il libro di Franco Cardini, L’ipocrisia dell’Occidente: il Califfo, il terrore, la storia (Laterza), e anche i saggi di Domenico Quirico (Neri Pozza), Loretta Napoleoni (Feltrinelli), Maurizio Molinari (Rizzoli), Patrick Cockburn (Stampa Alternativa).

Temi forti: le nostre guerre sbagliate; la ferrea organizzazione dello Stato islamico; la questione fondamentale, e cioè chi finanzia e arma il Califfato, chi fa affari sporchi (petrolio illegale). Sul piano più specifico degli assalti ai monumenti, recentissimi i contributi di Viviano Domenici, Jihad contro la bellezza (Sperling & Kupfer), e Paolo Matthiae, Distruzioni saccheggi e rinascite (Electa). […]