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Il bradipo? Ieri come oggi Parola di paleontologi

7 maggio 2020


Negli esemplari di un particolare bradipo di oggi, le tracce di una storia evolutiva lunga 35 milioni di anni.

Un team di paleontologi della Sapienza Università di Roma ha descritto, attraverso un’attenta analisi tomografica del cranio, un bradipo gigante del Pleistocene individuando i punti di contatto con gli attuali generi delle foreste tropicali del centro e sud America.

Un animale che non teme il tempo

Il recente studio, ha messo in evidenza nuovi aspetti della biologia e del comportamento alimentare di una specie di bradipo gigante (Catonyx tarijensis) vissuto nel Pleistocene superiore.
Questo mammifero era molto più grande rispetto agli attuali esemplari delle foreste tropicali del Centro e Sud America, quadrupede e non arboricolo, ma in definitiva non così diverso.

 Dettagli fondamentali sul “caro estinto”

Grazie all’uso della tomografia computerizzata, i ricercatori hanno analizzato l’anatomia interna ed esterna di un cranio completo di un esemplare dell’altopiano boliviano. In particolare sono stati studiati in dettaglio l’osso ioide, i modelli 3D dell’encefalo, i nervi cranici e i seni paranasali. Il risultato dell’osservazione ha evidenziato che questo genere di bradipo ormai estinto possiede seni paranasali con sviluppo ridotto rispetto ad altre forme fossili, mostrando similitudini con quelli osservati nell’attuale bradipo didattilo Choloepus hoffmanni, un mammifero del peso di 6-7 kg con abitudini arboricole. Da altri elementi morfologici si è ipotizzato inoltre che il “caro estinto” Catonyx tarijensis fosse una forma brucatrice, tipica di ambienti con vegetazione variegata.

Tecnologia  al servizio della storia evolutiva

«L’applicazione dei metodi tomografici – spiega Raffaele Sardella, coordinatore del laboratorio PaleoFactory del Dipartimento di Scienze della Terra di Sapienza, – continua a svelare preziosi dettagli anatomici in grado di fornire ai paleontologi informazioni utili a ricostruire, con sempre maggiore precisione, la paleo-ecologia di questi affascinanti mammiferi che rappresentano la punta di un iceberg di una lunga e articolata storia evolutiva le cui radici affondano nell’Eocene».