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L’aldilà secondo gli Egizi Una mostra racconta

27 maggio 2020


“Sotto il cielo di Nut. Egitto divino”.
È un titolo che già dice molto quello della mostra allestita fino al 20 dicembre 2020 al Civico Museo Archeologico di Milano.
Il percorso espositivo, che conta più di 150 opere, consente di entrare nel mondo degli antichi Egiziani attraverso sculture in bronzo, pietra e faïence, rilievi votivi, sarcofagi, mummie ed elementi del corredo funerario che accompagnava il defunto nell’Aldilà.

Statuetta – reliquiario a forma di gatto, bronzo,  Epoca Tarda – Epoca Tolemaica (664- 30 a.C.). Milano, Civico Museo Archeologico.

Com’è noto la molteplicità degli dèi e delle loro forme nell’arte e nella spiritualità dell’antico Egitto è uno degli aspetti più caratteristici di questa civiltà millenaria.
L’esistenza di tante figure divine, i cui nomi sono noti dalle fonti testuali che spesso accompagnano le immagini, ha suscitato fin dall’antichità ammirazione nei confronti degli abitanti della valle del Nilo, considerati particolarmente devoti e in possesso di un sapere occulto.

Stele votiva con orecchie dedicata da Usersatet alla dea Nebet-Hetepet,  XIX dinastia (1295-1189 a.C.).  Torino, Museo Egizio.

Allo stesso tempo, il ricorso a figure ibride che uniscono a forme umane forme animali, nonché il culto particolare tributato ad alcuni animali sono stati visti con sospetto da culture improntate all’antropomorfismo come sola modalità di raffigurazione della divinità.

Statuetta di Tauret dedicata dal disegnatore Parahotep, XIX dinastia (1295-1189 a.C.). Torino, Museo Egizio.

La spiritualità egizia, da questo punto di vista, non sarebbe che il riflesso di una cultura primitiva, idolatra, dominata dal timore verso le forze naturali. Come ricomporre questi diversi sguardi? Cosa si nasconde dietro questa incredibile ricchezza di immagini che ci attrae ancora oggi, e non solo per la loro indubbia eleganza formale?

Stele votiva con orecchie dedicata da Usersatet alla dea Nebet-Hetepet, XIX dinastia (1295-1189 a.C.).  Torino, Museo Egizio.

L’unico modo per rispondere a tale quesito è cercare di entrare nell’universo
spirituale e concettuale di questa civiltà, che ha elaborato in modo
originale una propria visione del cosmo e del ruolo che in esso è riservato
tanto all’uomo quanto agli dèi.

Stele di Pashed dedicata alla triade Osiride-Iside- Horus, XVIII-XX dinastia (1539-1076 a.C.). Milano, Civico Museo Archeologico.

Questa visione è stata instancabilmente
tradotta nelle forme reputate più consone per esprimere ciò che non è
né visibile né rappresentabile: il divino e ciò che c’è al di là della morte.

Tanto Egitto anche da noi

I reperti selezionati provengono tutti da realtà italiane ovvero dalla collezione egizia del Civico Museo Archeologico di Milano,
Museo Egizio di Torino, Museo Archeologico Nazionale di Firenze,
Museo Civico Archeologico di Bologna, Civico Museo di Antichità “J.J.Winckelmann” di Trieste e Museo di Archeologia dell’Università di Pavia.

Info: Tel. 02/88465720
www.museoarcheologicomilano.it

In apertura: Dettaglio del sarcofago a cassa di Peftjauauiaset con raffigurazione della dea Nefti, XXV – XXVI dinastia (747-525 a.C.).  Milano, Civico Museo Archeologico.