Incontro con Lorenzo Nigro La voce della storia

Archeologia Viva n. 202 – luglio/agosto 2020
pp. 78-80

Intervista di Giulia Pruneti

«Sono lo stupore e il sentimento a muovere l’archeologo»
«In ogni frammento materiale si addensa tutta l’umanità»
«A Gerico si sfogliano millenni di vita»
«
La preistoria c’insegna che si può affrontare ogni sfida»
«Sono nato con la passione per l’archeologia: a dieci anni sapevo già di Ebla
»

Periferia di Roma. Primi anni Settanta. L’escavatrice s’imbatte nei resti di una villa romana sotto gli occhi di un bambino, il futuro archeologo Lorenzo Nigro, che senza pensarci un minuto corre a casa a prendere paletta e secchiello per… dare una mano. Destino segnato? L’archeologia nel dna?

Di sicuro una vicenda personale che spingerà Nigro a interessarsi alle vicende degli antichi popoli fra il bacino del Mediterraneo e il Vicino Oriente. Sul “campo” di Gerico e Mozia le soddisfazioni (e le scoperte) non mancheranno…
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