Istantanee dal passato nelle terre di Colle Massari Toscana archeologica

Istantanee dal passato nelle terre di Colle Massari

Archeologia Viva n. 176 – marzo/aprile 2016
pp. 46-56

di Stefano Campana, Francesco Brogi, Marianna Cirillo, Cristina Felici, Mariaelena Ghisleni, Elisa Rubegni ed Emanuele Vaccaro

Nella provincia di Grosseto le ricerche condotte nel sito di Santa Marta si stanno rivelando di eccezionale importanza per la ricostruzione della vicenda storica di Colle Massari

Un territorio strategico fra la valle dell’Ombrone e la val d’Orcia dove tutto inizia con una grande villa romana

Siamo nel Paese delle meraviglie? Lo si potrebbe chiedere agli archeologi che portano avanti il progetto di ricerca nel sito di Santa Marta, nel territorio di Cinigiano (un comune nell’entroterra della provincia di Grosseto tra la valle dell’Ombrone, il tratto erminale della val d’Orcia e le pendici del monte Amiata), anche se la domanda sembrerà fuori luogo a tanti che ogni giorno si confrontano con le difficoltà della ricerca nel nostro Paese.

E invece in questo lembo di Toscana, pervaso dalla straordinaria bellezza dei luoghi e dalla conservazione di valori antichi, si è generato un connubio efficace tra ricerca, conservazione e volontà di comunicare il patrimonio.

La Fondazione Bertarelli ha “adottato” le ricerche che gli archeologi dell’Università di Siena stavano conducendo nel territorio di Cinigiano dal 2007 grazie al progetto “Carta Archeologica della Provincia di Grosseto”, tanto da acquistare un’intera area per consentire l’avvio degli scavi su quello che appariva come il più promettente sito archeologico del territorio.

La sinergia che si è creata tra ricerca, conservazione e valorizzazione ha dato ragione a questa visione lungimirante, tanto che il sito di Santa Marta sta rivelando, a ogni nuova campagna, una formidabile quantità di notizie sulla millenaria storia del luogo.

L’area archeologica di Santa Marta, che preliminarmente, in superficie, faceva pensare a quanto restava di una villa romana, è stata indagata con le più moderne metodiche non invasive, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza del deposito nelle sue diverse fasi e nella sua estensione.

I dati acquisiti hanno consentito di individuare una serie di strutture riconducibili a una stratificazione di epoca romana e un’area cimiteriale annessa a un edificio religioso, dunque con una frequentazione dall’epoca romana repubblicana (II-I sec. a.C.) fino al XVII secolo. […]