Romani in Carnia Necropoli a Forni di Sotto

4 agosto 2020


La Carnia torna a entusiasmare con nuove scoperte: recenti indagini hanno aperto un nuovo capitolo nella storia antica dell’alta valle del Tagliamento nel territorio di Forni di Sotto (Ud). Un’area a uso cimiteriale con tombe a incinerazione è stata individuata in località Tredolo durante i lavori per un nuovo impianto di depurazione, sotto la sorveglianza dell’archeologo Alexej Giacomini e la direzione scientifica del funzionario archeologo Roberto Micheli per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.

Incinerazioni in età romana imperiale

Le sepolture sono costituite da piccole buche contenenti dei vasi ossuari in ceramica dove venivano deposte le ossa combuste dei defunti assieme ad alcuni oggetti del corredo funebre (monete, fibule, coppe in ceramica).

Sebbene alcune tombe risultassero già in parte intaccate da lavori agricoli e presentassero la parte superiore parzialmente danneggiata, sulla base di alcune sepolture meglio preservate e dei materiali in esse rinvenuti, è possibile datare la necropoli di Tredolo tra I e inizi del III sec. d.C. nel corso dell’età romana imperiale.

Sepolture in anfora

La piccola necropoli si presenta distribuita su un’area circoscritta dove si ipotizzano due raggruppamenti distinti di sepolture. In una delle due aree sono state individuate quattro tombe a incinerazione indiretta (che prevedeva la cremazione dei resti dei defunti in un luogo differente da quello di sepoltura).

Tredolo in almeno tre tombe i vasi ossuari, contenenti le ossa combuste e le ceneri, erano ricavati da anfore del cosiddetto tipo Forlimpopoli: questi contenitori, una volta non più impiegati per il trasporto del vino, potevano essere adoperati come contenitori per i resti dei defunti. Si è quindi deciso di prelevare i vasi ossuari dal luogo di ritrovamento, per assicurare la giusta tutela e conservazione delle tombe e per consentire uno studio scientifico più accurato del contenuto in laboratorio.

A controllo della viabilità antica

La scoperta di Tredolo sembra confermare quanto già osservato in passato dall’accademico Michele Gortani (1883-1966): la toponomastica di alcuni luoghi, ad esempio Vico e Baselia, riconducibili a termini latini come vicus e basilica, aveva infatti già reso possibile ipotizzare una presenza romana o tardoromana nella zona di Forni di Sotto.

Quanto ora è stato messo in luce conferma questo dato e la presenza di un insediamento di età romana imperiale nell’alta valle del Tagliamento, forse a controllo o in relazione alla viabilità antica verso la valle del Piave. Tredolo costituisce una testimonianza molto interessante di presenza romana in area alpina.