Faraoni in Nubia sulla via della conquista Cronaca di una scoperta

Archeologia Viva n. 203 – settembre/ottobre 2020
pp. 32-39

di Angelo Castiglioni

Sono passati vent’anni dalla storica spedizione dei Castiglioni nella Nubia sudanese che ha consentito di ricostruire l’incredibile marcia di cinquecento chilometri dell’esercito egiziano attraverso il deserto per il controllo delle lontane terre dell’oro

Nel 2001 il Centro Ricerche sul Deserto Orientale (CeRDO), sotto la direzione di Alfredo e Angelo Castiglioni, effettuò una missione a Wawat nella Nubia sudanese. Obiettivo: documentare le miniere aurifere sfruttate dai faraoni, ma prima ancora individuare l’itinerario delle truppe egiziane che vennero inviate alla conquista di questa regione strategica per la sua preziosa materia prima.

Nel progettare la spedizione ipotizzammo che gli Egiziani, per raggiungere il territorio minerario di Wawat, entrassero nel deserto nubiano tagliando via terra l’ansa di Dongola (sul Nilo sono 1200 km) e riducendo così il tragitto a meno della metà, cinquecento chilometri, percorribili da una carovana in una quindicina di giorni. In questo modo avrebbero evitato anche i difficili passaggi fluviali della seconda, terza e quarta cateratta, oltre ai venti alisei che da novembre a marzo soffiano da sud-est ostacolando ulteriormente la navigazione in quel tratto di fiume.

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