8 settembre 2020
Una scrittura ancora “enigmatica”
Unendo un’attenta analisi paleografica a sofisticati metodi computazionali, un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna ha messo a punto un nuovo metodo che potrebbe portare a risolvere uno dei grandi enigmi legati alla scrittura dei numeri nell’antichità: il sistema di frazioni della Lineare A, la scrittura ancora indecifrata utilizzata sull’isola di Creta dai Minoici.
Forme, segni e calcoli matematici
Gli studiosi hanno messo a punto un metodo innovativo per assegnare specifici valori matematici ai segni con cui la Lineare A indica le frazioni. Questo sistema di scrittura, oggi ancora in gran parte indecifrato, include anche un complesso sistema di notazioni numeriche, con segni che indicano non solo unità intere ma anche frazioni (ad esempio 1/2, 1/4, 1/8 e così via). Mentre i segni corrispondenti ai numeri interi sono stati decifrati da tempo, quelli legati alle frazioni restano ancora senza soluzione.
Un sistema che cambiò nei secoli
Spiega Silvia Ferrara, del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Università di Bologna, che ha guidato lo studio: «Ci sono due problemi principali che hanno impedito finora di decifrare questi segni: da un lato tutti i documenti che contengono una somma di frazioni e il relativo totale sono danneggiati o di difficile interpretazione; dall’altro si registrano contraddizioni nell’utilizzo di alcuni simboli, il che ci fa pensare che il sistema di notazione sia cambiato nel corso dei secoli».
Storia della Lineare A
A partire da circa 3.500 anni fa, la civiltà Minoica ideò un sistema di scrittura composto da segni sillabici oggi noto come Lineare A. I Minoici la utilizzavano in alcuni casi per incidere iscrizioni sulle offerte lasciate nei santuari e per decorare i loro gioielli, ma la sua funzione principale era quella di accompagnare le attività amministrative che avvenivano nei palazzi centrali. Gli studiosi hanno quindi deciso di concentrarsi sullo studio delle tavolette d’argilla e degli altri documenti disponibili risalenti a uno specifico periodo, compreso tra il 1600 e il 1450 a.C., quando si registra un utilizzo del sistema di scrittura dei numeri coerente in tutta l’isola di Creta.
Un rompicapo da…. 4 milioni di combinazioni
Per identificare i possibili valori corrispondenti ai simboli che indicano le frazioni, i ricercatori hanno innanzitutto applicato metodi di analisi computazionale grazie ai quali è stato possibile escludere tutte le soluzioni impossibili. Le rimanenti possibili – circa 4 milioni di combinazioni – sono state poi ulteriormente ridotte attraverso metodi statistici e analisi comparate dell’utilizzo delle frazioni nelle altre scritture del mondo antico. Infine, considerando la possibile coerenza del sistema di frazioni nel suo complesso, gli studiosi sono arrivati a ipotizzare i valori che meglio potrebbero corrispondere ai segni da decifrare. Il risultato è un sistema in cui il valore più basso corrisponde a 1/60 ed è in grado di registrare la maggior parte dei valori compresi nell’arco dei sessantesimi.
“Ispirò” la Lineare B
Conclude Silvia Ferrara: «I risultati a cui siamo arrivati mostrano inoltre come la scrittura Lineare B dei Micenei abbia riutilizzato alcune frazioni della Lineare A dei Monoici per esprimere particolari unità di misura. Ad esempio, il segno che nella Lineare A indica 1/10 è stato adattato nella Lineare B (1450 – 1200 a.C.) come unità di misura per prodotti secchi che corrispondeva a 1/10 di una misura più grande.
Questo mostra una continuità storica tra le due culture nell’utilizzo dei sistemi di scrittura, dalle frazioni alle unità di misura»