29 settembre 2020
Novità in grotta
L’uomo moderno ha raggiunto la parte più occidentale dell’Europa tra 41.000 e 38.000 anni fa, circa 5.000 anni prima di quanto si era creduto fino a oggi. La scoperta deriva dall’analisi di reperti e strumenti in pietra rinvenuti nella grotta di Lapa do Picareiro, nel Portogallo centrale, vicino alla costa atlantica. Gli strumenti rinvenuti collegano il sito di Lapa do Picareiro con reperti simili emersi in tutta l’Eurasia e indicano quindi una rapida dispersione di Homo Sapiens verso ovest, avvenuta nel giro di poche migliaia di anni dalla sua prima apparizione nell’Europa sudorientale.
Non solo, questa scoperta documenta la presenza dell’uomo moderno nell’Europa occidentale in un’epoca in cui gli uomini di Neandertal erano forse ancora presenti nella regione. Il ritrovamento ha quindi importanti ramificazioni anche per comprendere la possibile interazione tra questi due gruppi umani, fino alla definitiva scomparsa dei Neandertal.
Molti indizi dalle ossa animali
A determinare l’età delle prime occupazioni dell’uomo moderno e dei neandertaliani nella grotta di Lapa do Picareiro è stata la professoressa Sahra Talamo dell’Università di Bologna.
Utilizzando tecniche di analisi all’avanguardia, la studiosa è riuscita a datare una serie di campioni di ossa animali che mostrano segni di macellazione e di rottura intenzionale per estrarre il midollo osseo, un alimento molto apprezzato e nutriente consumato dagli antichi. I risultati della datazione collocano l’arrivo dell’uomo moderno tra 41.000 e 38.000 anni fa, mentre l’ultima occupazione neandertaliana del sito ha avuto luogo tra 45.000 e 42.000 anni fa.
Un tesoro di informazioni
La grotta di Lapa do Picareiro è stata oggetto di scavi archeologici per venticinque anni e ha prodotto tracce di occupazioni umane che coprono un periodo di 50.000 anni. Un team di ricerca internazionale sta attualmente indagando sull’arrivo dell’uomo moderno e sull’estinzione dei neandertaliani nella regione. Il team ha scoperto ricchi giacimenti archeologici che includono strumenti in pietra in associazione con migliaia di ossa di animali provenienti da attività di caccia, macelleria e cucina.
Alla ricerca della…”pistola fumante”
Se da un lato, le datazioni ottenute suggeriscono che l’uomo moderno sia arrivato nella grotta di Lapa do Picareiro dopo l’abbandono del sito da parte dei neandertaliani, d’altra, nella vicina Gruta da Oliveira, sono emerse prove della loro sopravvivenza fino a 37.000 anni fa. Spiega Lukas Friedl dell’Università della Boemia Occidentale (Repubblica Ceca): «I due gruppi umani potrebbero aver convissuto nella stessa zona per diverse migliaia di anni magari instaurando contatti, scambiando tecnologia e strumenti. Elementi che potrebbero spiegare il motivo per cui molti europei hanno geni neandertaliani».
Nonostante la sovrapposizione delle datazioni tra i diversi siti del Portogallo, non sembra tuttavia esserci al momento alcuna prova di un contatto diretto tra l’uomo di Neandertal e l’uomo moderno.
Dieta e clima furono fondamentali
Milena Carvalho, dell’Università del New Mexico, osserva: «L’insieme delle ossa animali rinvenute nella grotta di Lapa do Picareiro è uno dei più numerosi mai rinvenuti in Portogallo per il Paleolitico, e il loro stato di conservazione è notevole. Ci vorranno decenni per studiarle e potranno rivelarci molte informazioni sul comportamento umano e sulle condizioni climatiche di quella zona nel corso dell’età della pietra». Un altro elemento che permette di ricostruire quali fossero le condizioni climatiche al tempo degli ultimi Neandertal e all’arrivo dell’uomo moderno sono i sedimenti rinvenuti all’interno della grotta.
«La nostra analisi – commenta Michael Benedetti della University of North Carolina Wilmington – documenta che l’arrivo dell’uomo moderno corrisponde o è leggermente precedente a una fase particolarmente fredda ed estremamente secca. Dure condizioni ambientali che hanno senza dubbio rappresentato sfide difficili sia per l’uomo moderno che per i neandertaliani».
Domande in cerca di risposta
Fino a oggi, le più antiche testimonianze dell’uomo moderno a sud del fiume Ebro, in Spagna, provenivano dal sito di Bajondillo, una grotta sulla costa meridionale. Analisi realizzate lo scorso anno avevano suggerito datazioni leggermente precedenti per la presenza nella regione dell’uomo moderno: questo nuovo studio offre ora prove certe a supporto di questa ipotesi. Per Jonathan Haws dell’Università di Louisville (USA) «ancora non è chiaro quale sia stato il percorso migratorio seguito. Probabilmente questi gruppi si spostarono seguendo il corso dei fiumi, ma è possibile anche ipotizzare un itinerario costiero».