28 ottobre 2020
Non è mai troppo tardi..
Trovate circa trent’anni fa nell’area archeologica di Paestum, tre monete antiche di bronzo sono state riconsegnate in forma anonima al direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel.
I funzionari del Parco stanno già provvedendo a restaurare e inventariare gli oggetti tra i quali spicca quello che, secondo una prima analisi, sembra essere un Quadrante di II sec. a.C. con testa barbata del dio Nettuno su un lato e l’immagine di un delfino sull’altro.
Sotto la rappresentazione del delfino si leggono le lettere PAIS, abbreviazione del nome romano Paistom/Paestum dell’antica colonia ellenica fondata intorno al 600 a.C. sulla costa tirrenica dell’Italia meridionale e chiamata Poseidonia dai Greci.
Seguendo il buon esempio
Quella delle tre monete è l’ultima di una serie di restituzioni da parte di persone “pentite” che hanno deciso di consegnare al Parco archeologico materiali custoditi a casa propria per renderli fruibili al pubblico e alla comunità scientifica, spesso dopo molti anni. «Ringraziamo chi ha fatto un gesto del genere – dichiara Zuchtriegel – anche se ricordiamo che è preferibile segnalare subito ogni ritrovamento di carattere archeologico perché solo in questa maniera possiamo risalire al contesto originario degli oggetti che è fondamentale per la conoscenza e per l’inquadramento scientifico dei materiali».
Nel frattempo vanno avanti gli scavi stratigrafici nei pressi del cosiddetto tempio di Nettuno, il più grande e meglio conservato dei tre templi pestani ancora visibili sul sito. Il progetto di scavo, che s’inserisce in un più ampio intervento volto a implementare un sistema di monitoraggio sismico sul tempio, potrebbe gettare luce su alcuni degli aspetti ancora poco chiari, quali per esempio la cronologia precisa e il culto connesso all’edificio.