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Una statua al giorno Alla scoperta dei depositi del Mann

16 novembre 2020


Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli anticipa un suggestivo tour virtuale della Sezione Campania Romana, che sarà nuovamente fruibile al pubblico da giugno 2021

Fino a venerdì 20 novembre i fan e follower dei canali social del Mann possono trovare, nella rete, uno spazio per ammirare sculture quasi sconosciute. I capolavori scelti per questa preziosa e raffinata campagna digitale provengono infatti per lo più dai depositi del Museo di Napoli e arricchiscono le sale del piano terra nell’ala occidentale del Museo.

A guidare gli internauti in un percorso di scoperta, da vivere per ora con “like”, commenti e condivisioni, sono le splendide foto del maestro Luigi Spina.

Se l’illuminazione e l’inquadratura sono i primi strumenti per “interpretare” l’opera, facendone emergere il valore simbolico, culturale e sociale, la vera scommessa della campagna di Spina è conciliare le esigenze scientifiche della documentazione con il forte senso estetico espresso da marmi e bronzi: un approccio allo stesso tempo divulgativo e rigoroso, che non soltanto “premia” gli appassionati di archeologia, ma anche i cultori di una ricerca evocativa ed emozionale sull’immagine.

Nella straordinaria carrellata proveniente dai depositi: la statua di Germanico rinvenuta nel Macellum di Pompei (I sec. d.C.), la (quasi sconosciuta) testa di Apollo tipo Omphalo, la protome di Giunone, che per le sue dimensioni particolari (sessanta centimetri circa) probabilmente è parte di una statua di culto del Tempio di Giove a Pompei ed è databile al I sec. d.C.

Vengono inoltre svelate l’elegante figura femminile panneggiata (dal Foro di Ercolano, I sec. d.C.), così come la scultura di Olconio Rufo (I sec. d.C.), che proviene dal quadrivio di via Stabiana a Pompei.
Completano l’anteprima social, la statua femminile della Concordia Augusta (da Pompei, edificio di Eumachia, I sec. d.C.) e il Busto di Plotina (dal settore cd. Mercurio del Palatium di Baia, 117-138 d.C., anch’esso custodito da molti anni nei depositi).

Info: http://www.museoarcheologiconapoli.it