Mondeval de Sora Una grande scoperta preistorica

Archeologia Viva n. 1 – settembre/ottobre 1988
pp. 32-39

di Giancarlo Alciati, Elisabetta Gerhardinger, Giacomo Giacobini e Antonio Guerreschi

Sulle Dolomiti è venuto alla luce un abitato che per la prima volta consentirà la verifica archeologica dei sistemi di vita quotidiana dei cacciatori mesolitici d’alta quota

L’eccezionale valore documentario di una sepoltura intatta, l’unica rinvenuta in Europa nei siti preistorici di montagna

Mondeval si presenta all’inizio come una valle angusta, serrata dalle propaggini dolomitiche. Poi incredibilmente, il paesaggio si apre in una conca di prati, disseminata di sorgenti e grandi blocchi calcarei, tra il Corno Alto e Formin. Pare fosse abitata, secoli fa, da dame gentili e un po’ inquietanti, con cappelli a punta e mantelli gotici, che vi avrebbero coltivato orti, campi e giardini…

Qualche debole riquadro, a guardar bene, si intuisce ancora sui prati più soleggiati della costa. La domenica le dame scendevano verso Santa Fosca, in fila sul sentiero lungo il rio Cordon, sagome confuse nella nebbiolina delle cascate, sotto veli austeri e frastagliati. In paese aspettavano di vederle apparire oltre l’ultimo spuntone di roccia per suonare le campane.

Da molto tempo ormai lungo lo stesso sentiero non passano più le magiche dame, ma pastori che alpeggiano su nelle malghe, snocciolate di turisti in camicia di flanella a quadri, file di bambini delle colonie che salgono all’Ambrizzola, e d’inverno qualche sciatore solitario.

Da un paio d’anno poi, per due tre settimane a partire dalla metà di giugno, si può seguire giornalmente una modesta e atipica comitiva. Dirige il gruppetto un professore universitario, riconoscibile dallo zaino più pesante; al seguito qualche studente un po’ spaesato e qualche ospite che, per quanto incantato dalla bucolica descrizione del sito, si sfianca nell’ora di salita.

Scopo delle scarpinate giornaliere a più di duemila metri è lo scavo archeologico di un abitato di cacciatori del Mesolitico che Vittorino Cazzetta, taciturno appassionato locale, ha individuato nel 1985 sotto l’aggetto di un grande masso. […]