Sulle antiche piste d’Egitto Vivere l'archeologia

Archeologia Viva n. 1 – settembre/ottobre 1988
pp. 12-25

di Alberto Siliotti

Una spedizione cinematografica ha ripercorso l’itinerario seguito agli inizi dell’Ottocento dal padovano Belzoni un pioniere della moderna egittologia

Ne è uscito un confronto di immagini e di emozioni che proponiamo in anteprima

L’incontro con gli archeologi italiani che da anni operano in Egitto

La macchina avanza lentamente nel buio più fitto seguendo una pista appena delineata. Walter Ferri, topografo e membro della missione dell’Università di Pisa diretta da Edda Bresciani, mi guida con sicurezza scrutando le tenui tracce lasciate sulla sabbia in viaggi precedenti: «Gira a destra, dopo il sasso. Tieni la destra. Non vedo ancora nessuna luce, eppure avrebbero dovuto lasciare accesa una lampada… ci siamo persi!»

Nell’aria fredda e limpida del deserto alla luce dei fari dei fuoristrada tutto assume un aspetto irreale e anche chi ha una buona conoscenza del luogo non è del tutto al riparo dalle sorprese. Incominciamo a compiere dei cerchi concentrici con raggio crescente incontrando ogni tanto i segni di altri che prima di noi avevano effettuato la stessa classica manovra indispensabile per ritrovare nel deserto una pista perduta.

A un certo punto un piccolo cumulo di sassi viene giudicato di grande importanza dal professor Ferri; la direzione sembra confondersi esattamente con la precedente, ma dopo alcuni minuti vediamo una piccola luce su una collina che si staglia contro il cielo stellato e che diventa via via sempre più grande e nitida: stiamo arrivando a Medinet Madi. […]