Archeologia Viva n. 205 – gennaio/febbraio 2021
pp. 74-77
Intervista di Giulia Pruneti
«L’archeologo è curioso dei fatti degli altri»
«Vivo questo mestiere come impegno civile»
«La mia passione? Merito di Andrea Carandini e Daniele Manacorda»
«Comunicare bene le scoperte è un dovere etico»
«Ciò che scopriamo non è proprietà privata come qualcuno potrebbe credere»
L’ archeologia come bene comune. Solo così è possibile tutelare un patrimonio che è di tutti, al tempo stesso trasformandolo in strumento di democrazia. Perché è la conoscenza del passato, delle proprie radici, a renderti cittadino consapevole e responsabile.
La pensa esattamente così Giuliano Volpe, che al tema dell’archeologia “pubblica” ha dedicato vari volumi, l’ultimo dei quali presentato al tourismA 2020. A lui sono andati gli applausi “a scena aperta” durante l’intervista all’ultima edizione dell’Aquileia Film Festival, di cui riproponiamo qui alcuni passaggi.