Archeologia Viva n. 205 – gennaio/febbraio 2021
pp. 34-39
di Samir Guizani; traduzione e cura di Umberto Pappalardo
L’antico territorio compreso nell’odierno paese nordafricano vide per secoli la fioritura di economie il cui riflesso è evidente nell’edilizia domestica dei grandi centri dove i Cartaginesi prima e i Romani poi investirono i più avanzati modelli dell’epoca per vivere al meglio la quotidianità fra le quattro mura
I principali dati sull’architettura domestica punica provengono in gran parte da Cartagine e da Kerkouane. A Cartagine sono stati scoperti due quartieri abitativi: quello detto di Magon, databile fra V e II sec. a.C., e quello della Byrsa, risalente al II sec. a.C.
Scavi effettuati da una missione tedesca nel quartiere di Magon hanno attestato una rapida evoluzione dell’urbanistica abitativa: le modeste case di V sec. a.C. furono rifatte nel III sec. a.C. ingrandendole fino a mille metri quadrati di superficie. Queste abitazioni erano organizzate intorno a un peristilio (cortile con porticato – ndr) che dava luce e aria agli ambienti.