Romani ad Assisi. Le domus a colori Scoprire l'Umbria

Archeologia Viva n. 205 – gennaio/febbraio 2021
pp. 10-21

di Giorgio Bonamente e Sara Stangoni

Alle pareti elementi fantastici e dettagli architettonici rami intrecciati con fiori e uccellini fasce dalle tinte accese festoni di foglie grifi alati in posizione araldica quadretti con scene mitologiche…

e ancora pavimenti con mosaici e marmi: tra le vie arroccate della città di san Francesco si nasconde un incredibile coloratissimo tesoro

Nella città di Francesco e degli affreschi giotteschi emergono, come sorprendenti meraviglie, i resti di Asisium romana e sotterranea. Secoli di storia l’hanno trasformata nel baluardo scenografico che ancora domina la Valle Umbra.

Una serie di terrazzamenti degradanti segue le propaggini del monte Subasio mentre le vestigia antiche ne disegnano l’architettura: la cinta muraria con le sue porte, il foro, il tempio “di Minerva”, l’anfiteatro, vari monumenti. Qui parleremo di due gioielli a colori, quali sono la domus Musae (altrimenti detta “di Properzio”) e la domus del Lararium.

Entrambe sono ubicate nel centro antico, tra la terrazza del foro – santuario e la parte inferiore della cinta muraria. Raccontano la raffinatezza di questo municipium in età augustea e giulio-claudia e, al tempo stesso, forniscono elementi di grande valore per le conoscenze sulla decorazione pittorica parietale e musiva romana tra I sec. a.C. e I sec. d.C. Siamo di fronte a un quartiere dell’Asisium aristocratica.

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