Le signore di Ferento Scoperte e riscoperte archeologiche

Archeologia Viva n. 2 – novembre/dicembre 1988
pp. 10-17

di Paolo Giannini

Sono tornate nella loro patria le belle statue che decoravano il teatro della romana Ferentium

Questi capolavori sono un segno dello splendore raggiunto dalla città della Tuscia in età Imperiale

Dopo 82 anni di esilio forzato e di solitudine in umidi magazzini, le “vecchie signore” di Ferento sono tornate nella loro terra… Stiamo parlando delle statue marmoree delle Muse, che assieme a una copia del Pothos di Skopas furono trovate all’inizio del secolo durante lo scavo del teatro romano di Ferento, a otto chilometri da Viterbo.

Fino al 1984 le preziose statue sono rimaste nei locali del Museo Archeologico di Firenze. Vi erano giunte nel 1902: lo scopritore, Luigi Rossi Danielli, viterbese, le aveva vendute allo Stato italiano. In quel periodo Viterbo e il suo territorio erano sotto la giurisdizione della Soprintendenza di Firenze.

Da allora pochissimi hanno potuto vederle di persona. Di esse si avevano solo poche immagini sbiadite in vecchie fotografie che lo scopritore aveva fatto alla meglio nei giorni del ritrovamento. Praticamente scomparse, dimenticate.

L’attenzione alle statue di Ferento comincia negli anni Sessanta, ai tempi in cui Mario Moretti assunse la direzione della Soprintendenza dell’Etruria meridionale. Si parlò allora di realizzare alcune copie in cemento bianco da sistemare all’interno delle nicchie originarie, sulla facciata della “scena” del teatro.

È in quegli anni che si restaurò il teatro, tuttoggi utilizzato in estate per suggestivi spettacoli. Il progetto delle copie non venne però eseguito. Furono presi contatti con Firenze per la restituzione di questi capolavori da scambiare con altri conservati a Roma e pertinenti all’area culturale toscana. Scaduto il suo incarico per limiti di età, Moretti non poté vedere realizzato il progetto.

È stata Paola Pelagatti, attuale dirigente della Soprintendenza dell’Etruria meridionale (la cui sede centrale è a Roma a Villa Giulia), a restiuire a Viterbo un tesoro archeologico ormai sconosciuto grazie anche alla collaborazione dell’Esercito, e in particola del generale Domenico Innecco).

Finalmente dunque le vecchie signore di Ferento sono tornate. Ora attendono l’imminente esposizione nel Museo archeologico realizzato a Viterbo nell’antica Rocca Albornoz, dove saranno affiancate da un plastico del teatro dal quale provengono, con il tentativo di ricostruzione della scena. […]