Arabia Saudita: alle origini della civiltà

21 gennaio 2021


Un giacimento di informazioni

Nel contesto dei regni dimenticati, gli archeologi hanno appena cominciato a rivelare i segreti di un vero gioiello culturale situato nel nord-ovest dell’Arabia Saudita: AlUla. Qui solo di recente sono ripresi scavi archeologici grazie ai quali gli studiosi stanno aggiungendo anelli mancanti utili per completare la storia dell’evoluzione umana nella regione.

Alle origini del popolamento

Situata nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, AlUla è una regione di deserti e montagne aride. Eppure, aspetto fondamentale, in questo paesaggio aspro si trova una valle ricca di oasi fertili che ha consentito lo sviluppo della vita, richiamando persone e civiltà da oltre 200.000 anni.
AlUla è conosciuta soprattutto per i monumenti funerari nabatei di Hegra, il primo sito UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Arabia Saudita, ma conta inoltre 27.000 siti archeologici all’interno dei confini del paese.

 

Uno dei monumenti funerari nabatei di Hegra, il sito UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità di Al-Ula

Non fu solo luogo di passaggio

Spiega Rebecca Foote, Director of Archaeology & Cultural Heritage Research di RCU: «L’Arabia nord-occidentale è stata spesso trascurata come luogo di importanza culturale in sé e per sé. Per molti anni è stata eclissata dalla vicina Mezzaluna Fertile, la Mesopotamia fluviale, l’Egitto e le civiltà marinare che si sono sviluppate lungo il Mar Rosso. AlUla è stata vista solo come un luogo di transito. Tuttavia, ora stiamo imparando che quest’area è stata molto di più, ovvero  casa e fulcro di comunità articolate per migliaia di anni».

Finalmente scavi sistematici

Nonostante la vastità del territorio (22.561 km²) e la ricchezza del suo patrimonio culturale, fino a pochi anni fa AlUla era stata interessata solo da qualche piccola spedizione archeologica.
Il cambiamento è avvenuto grazie agli archeologi della Royal Commission for AlUla (RCU), l’ente governativo incaricato di sviluppare e amministrare la regione, e alle squadre da essa organizzate che coinvolgono studiosi di università, sia saudite che internazionali, istituti di ricerca, musei e altri professionisti, oltre a squadre organizzate dall’Agence Française pour le développement d’Al-Ula (AFALULA).

Primi insediamenti umani

Le scoperte hanno permesso di stabilire che nella preistoria, ad AlUla, gli uomini cacciavano e gli animali pascolavano in una terra più verde rispetto a oggi. Ritrovamenti recenti affiorati dal vasto e inesplorato paesaggio monumentale che questi uomini ci hanno lasciato suggeriscono come la loro cultura  fosse ben più complessa di quanto ritenuto finora.

Scoperte dal cielo

Grazie all’utilizzo di immagini satellitari, fotografie aeree, rilievi nel terreno e scavi tradizionali, gli archeologi possono oggi apprezzare l’enorme numero di strutture in pietra realizzate durante la tarda Preistoria  (5200 – 1.200 a.C.) nelle pianure, sugli altipiani e sugli harrat (colate di lava) di AlUla. Le dimensioni e il numero di questi monumenti indicano un livello di cooperazione tra le comunità non rilevato in precedenza: l’evidenza che alcuni di questi siti fossero utilizzati per rituali può cambiare completamente la nostra visione sugli stili di vita di questi popoli preistorici.

Tra le strutture evidenziate figurano i mustatil (che in arabo  ‘rettangolo’) lunghi anche centinaia di metri.

Un mustatil nel paesaggio di AlUla. La vettura del team di archeologi mette in risalto le dimensioni della struttura

È invece definito “a pendaglio” il monumento costituito da tumuli disposti a cerchio con una “coda” associata che dall’alto ricorda appunto
un gioiello (vedi foto sotto).

A cosa servivano? Ipotesi sul tavolo

Quale fosse l’utilità di questa tipologia di struttura ” a pendaglio” ancora non è noto: non è stata infatti lasciata alcuna testimonianza scritta,  gli scavi fortunatamente hanno portato alla luce pochi, ma utili strumenti, tra cui ceramiche o piccoli oggetti, che potrebbero indicarne l’uso specifico.
A causa del danneggiamento di gran parte dei sepolcri, avvenuto forse subito dopo il seppellimento, l’identità e l’importanza delle persone che una volta giacevano al loro interno rimangono sconosciuti.

 

Si trattava di capi delle comunità locali? Figure religiose? O erano sepolcri che venivano riutilizzati, spostando le ossa dal sepolcro principale ad anello nelle strutture più piccole a ogni nuova generazione?
Forse non lo sapremo mai con certezza, ma il posizionamento di numerosi complessi funerari di questa tipologia sulle cime delle montagne che si affacciano sull’area di AlUla, suggerisce che si trattasse di persone che interagivano col mondo circostante.
L’offerta agli antenati di una sepoltura in un luogo così importante lascia pensare che apprezzassero la bellezza della natura dei territori che abitavano e che non si trattasse di un luogo che stavano semplicemente attraversando.

Conclude la Foote: «I nostri studi su mustatil, pendagli e altre strutture preistoriche offrono uno sguardo allettante sulla vita che si è svolta nella regione 7.000 anni fa e per diversi millenni a seguire. Potremmo trovarci di fronte alle prime espressioni di proprietà o forse le strutture avevano effettivamente la funzione di marcare i confini per una popolazione che portava le mandrie al pascolo oltre a cacciare animali selvatici».

 

«Stiamo solo dando inizio al nostro viaggio nel tempo identificando, classificando e raccogliendo campioni databili da questi siti per ottenere una cronologia di questa fase della Preistoria. Quello che è certo è che ora possiamo definire AlUla come uno dei paesaggi monumentali più antichi del mondo. Per i suoi abitanti AlUla era la casa – un luogo di antenati, risorse naturali e bellezza – e le vite di queste persone erano più articolate di quanto avessimo immaginato in precedenza».

Non solo preistoria 

Situata a 1.100 Km da Riyadh, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, AlUla è un luogo di straordinaria ricchezza culturale e naturalistica. La vasta area dove sono avvenute le scoperte include una valle ricca di oasi lussureggianti, imponenti montagne di arenaria e antichi siti culturali risalenti a migliaia di anni fa, ai regni di Lihyan e dei Nabatei.

Il più importante sito di AlUla è Hegra, Patrimonio dell’Umanità dell’Arabia Saudita. Distesa su un’area di 52 ettari, era la principale città della parte meridionale del Regno dei Nabatei; attualmente conta oltre cento monumenti funerari in ottimo stato di conservazione con facciate scolpite finemente negli affioramenti di arenaria che circondano l’insediamento urbano fortificato.
Le ultime ricerche effettuate suggeriscono inoltre che Hegra fosse l’avamposto più a sud dell’Impero romano dopo la conquista dei Nabatei avvenuta nel 106.

Oltre a Hegra, AlUla è sede di affascinanti siti archeologici come l’antica Dadan, capitale dei regni di Dadan e Lihyan, considerata una delle città più sviluppate della penisola arabica nel corso del primo millennio a.C.

Altri siti di grande interesse sono la Old Town di AlUla (foto sopra), un dedalo di oltre 900 case costruite con mattoni di fango a partire da almeno il XII secolo, la ferrovia di Hijaz e il forte di Hegra, luoghi fondamentali nella storia e nelle conquiste di Lawrence d’Arabia.

Restauratori e archeologi incontrano gli anziani di AlUla, alcuni degli ultimi abitanti della Old Town, per conoscere i loro stili di vita e discutere i lavori da intraprendere per stabilizzare l’architettura composta da mattoni in argilla